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Christopher Aleo e la sfida delle cartelle esattoriali: “La cartolarizzazione è un'opportunità, non un condono mascherato”
Oggi 22-04-25, 09:07
Il fondatore di iSwiss Bank analizza con lucidità il possibile cambio di rotta del governo italiano nella gestione dei crediti fiscali. Nel dibattito sempre più acceso sulla gestione dell'enorme massa di cartelle esattoriali non riscosse, l'ipotesi di abbandonare gradualmente le rottamazioni per aprire alla cartolarizzazione dei crediti fiscali comincia a prendere corpo. Una prospettiva che, se da un lato promette efficienza e liquidità immediata, dall'altro solleva interrogativi sul piano etico, tecnico e politico. A offrire una visione esperta e non ideologica è Christopher Aleo, fondatore e amministratore delegato di iSwiss Bank, istituto svizzero noto per il suo impegno nel campo della finanza strutturata e della cartolarizzazione. Per Aleo, la vera sfida non è decidere se sia meglio rottamare o cartolarizzare, ma comprendere il significato e l'impatto che una scelta del genere può avere sull'intero sistema fiscale italiano. “La cartolarizzazione – spiega Aleo – non è una scorciatoia. È una strategia di mercato che consente allo Stato di valorizzare oggi parte dei suoi crediti fiscali, trasferendone il rischio al settore privato. Ma per funzionare deve essere progettata in modo rigoroso e trasparente.” L'approccio che Aleo suggerisce è pragmatico: invece di continuare a rincorrere vecchi debiti con strumenti che ormai mostrano segni di inefficacia – come le rottamazioni cicliche – è il momento di guardare a soluzioni più strutturate, già adottate con risultati alterni ma spesso significativi in altri Paesi europei. “Ogni volta che si lancia una rottamazione si manda un messaggio ambiguo: paga chi può, ma chi aspetta abbastanza a lungo otterrà uno sconto. La cartolarizzazione, invece, separa l'esigenza politica da quella gestionale. Non offre premi ai ritardatari, ma punta sull'efficienza del recupero attraverso strumenti moderni e capitali privati.” Nel modello delineato da Aleo, lo Stato seleziona i crediti più promettenti – quelli ancora esigibili, legati a debitori attivi – e li cede a un veicolo finanziario. Gli investitori, in cambio di un prezzo ridotto rispetto al valore nominale, si assumono il compito (e il rischio) di recuperarli. “È un patto chiaro tra Stato e mercato. Lo Stato incassa subito, anche se meno. Gli investitori, se sono bravi, guadagnano sul recuperato. Se sbagliano le previsioni, ci rimettono.” Un punto cruciale, per Aleo, è evitare che l'operazione venga percepita come una forma di privatizzazione delle tasse o, peggio, come una resa dello Stato. “Non si tratta di svendere i diritti del fisco, ma di ottimizzare la gestione di partite dormienti. Lo Stato resta il custode della legalità fiscale; il privato interviene solo laddove lo Stato ha già fallito, per dare una possibilità in più al recupero.” La sua analisi tiene conto anche delle esperienze internazionali: Portogallo, Belgio, Germania. In ognuno di questi casi, le cartolarizzazioni pubbliche hanno avuto luci e ombre, ma hanno comunque mostrato che un mercato per i crediti fiscali esiste – purché le operazioni siano basate su stime realistiche, portafogli trasparenti e una normativa chiara. “Il caso portoghese ha insegnato che se sopravvaluti i recuperi, distruggi la fiducia degli investitori. Ma l'Italia ha mostrato, con le cartolarizzazioni bancarie supportate da GACS, che è in grado di strutturare strumenti solidi e ben regolati. Quella è la strada da seguire.” Secondo Aleo, la vera posta in gioco non è solo economica, ma anche culturale. “Cartolarizzare è un modo per mettere ordine, per segnare un punto di svolta nella gestione del debito fiscale. Ma da sola non basta. Deve essere accompagnata da riforme più ampie: una riscossione più veloce, una giustizia tributaria più efficiente, e un sistema che eviti la formazione di nuovi arretrati.” Il banchiere svizzero sottolinea inoltre che, qualora il governo italiano decidesse di procedere concretamente in questa direzione, il gruppo iSwiss è pronto a offrire il proprio supporto operativo e tecnico per strutturare e portare sui mercati internazionali l'eventuale cartolarizzazione delle cartelle esattoriali. “Abbiamo le competenze, le licenze e le relazioni giuste per accompagnare un'operazione di questo tipo in modo serio e credibile – afferma Aleo –. Se le istituzioni italiane riterranno utile il nostro coinvolgimento, siamo pronti a mettere a disposizione il nostro know-how per dare forza e trasparenza al progetto.” Per Aleo, la cartolarizzazione delle cartelle esattoriali può rappresentare non solo una misura di alleggerimento finanziario, ma anche un segnale di modernità e maturità per la finanza pubblica italiana. “Non è una soluzione definitiva, ma un passo importante. Un'operazione ben costruita può restituire fiducia ai mercati, razionalizzare la gestione dei crediti pubblici e avvicinare l'Italia alle migliori pratiche europee. Purché sia gestita con attenzione, e non come una scorciatoia contabile.” In sintesi, la proposta non è esente da rischi, ma – secondo Aleo – ha il potenziale per trasformare un problema cronico in un'occasione di rilancio. Con il giusto mix di rigore tecnico e visione strategica, il Paese potrebbe davvero voltare pagina nella gestione dell'enorme fardello delle cartelle esattoriali.
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