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Cirielli-Fico al rush finale: la sfida del voto disgiunto
Oggi 19-11-25, 08:22
Il confronto Cirielli-Fico su Sky infiamma la corsa verso Palazzo Santa Lucia. Il candidato del centrodestra, adesso, ci crede e le proverà tutte per recuperare terreno. L'appello al voto disgiunto è più di un semplice segnale a riguardo: «Credo che questo – dice l'esponente del centrodestra - non sia solo un voto politico, ma un voto molto amministrativo. Devo essere giudicato per i miei titoli professionali, di studio, per le esperienze lavorative e per l'affidabilità. Ai campani chiedo se stanno meglio rispetto a dieci anni fa, quando il centrosinistra ha cominciato a governare. Oggi il candidato di quella coalizione fa una serie di annunci, ma chi ha provocato i problemi non può risolverli. Chi, invece, si candida in alternativa ha la legittimità democratica di segnalare le cose che non vanno e chiedere fiducia per poterle fare. C'è anche il voto disgiunto. Si può votare una lista di sinistra e me come candidato presidente». Spiazzato, dunque, lo sfidante che si è limitato a un banale appello alla partecipazione: «La politica è un momento bello e il diritto al voto è uno dei più importanti conquistati dalla nostra società dopo un fascismo terribile». Non omette, dunque, la parola “magica” per la sinistra degli ultimi anni quando si parla di Meloni. Detto ciò, il clima, seppure le accuse dei progressisti agli avversari di averlo infiammato, resta pacato, a partire dal fine vita. Per Fico occorre affrontare il punto «senza ideologismi», mentre Cirielli, pur dichiarandosi cattolico e in difficoltà sull'argomento, non si può escludere che «siamo in uno Stato laico». Anzi, su alcuni punti, vedi inceneritore di Acerra o lotta alla Camorra, sembra esserci addirittura una convergenza tra i contendenti, pur con metodi diversi. Dove, invece, si accendono gli animi è quando si ha a che fare con questioni legate a Palazzo Chigi. Fico, ad esempio, non manca di bersagliare l'avversario sull'Autonomia. Occorre, a suo parere, contrastare «un progetto scellerato che ammazza la Repubblica e mette una croce definitiva sul Sud. Non capisco come i patrioti di FdI accettino questo disegno, andando dietro a Calderoli e alla Lega». Accuse, però, a cui il meloniano replica: «Tale narrativa è falsa. Non consentirò che a nessuna Regione meridionale sia tolto un euro. Questa norma non potrà essere fatta se non verranno prima fotografati i bisogni del Sud». A differenza dello sfidante, il pentastellato non replica sulla sanità, il tema dei temi di questa campagna. Seppure Cirielli parli di «liste di attesa infinite, ambulanze dimezzate e pronto soccorso devastati», il capo del centrosinistra circoscrive il tutto a un breve riferimento alla telemedicina e a quella di prossimità. Medesimo modus operandi vale sul lavoro. Il grillino non spiega perché la Campania abbia l'indice di disoccupazione più alto d'Europa o le cause per cui oltre 200mila ragazzi sono stati costretti ad abbandonarla, ma si limita a qualche esempio virtuoso, come San Giovanni a Teduccio. Due visioni completamente opposte quelle sull'ambiente. Se per il viceministro degli Esteri l'80% delle ecoballe è ancora lì e le strade sono sporche, il dirigente del M5S parla di territorio pulito e fa i complimenti a De Luca, pur non avendolo sostenuto un istante. Scontro anche sull'abusivismo edilizio. L'esponente dell'esecutivo non indietreggia sul riaprire i termini del condono del 2003, «atto di giustizia verso i campani», mentre Fico la ritiene «una presa in giro», pur avendone usufruito.
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