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Clamoroso a Castellammare: la Juve Stabia finisce nelle mani della giustizia per legami con la Camorra
Ieri 21-10-25, 15:41
La polizia a Napoli, su delega della Prefettura, ha eseguito un decreto applicativo di prevenzione ex articolo 34 del Codice antimafia a carico della società calcistica Juve Stabia. Il provvedimento prevede l'amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche, applicata quando esistono indizi sufficienti a ritenere che un'attività sia controllata dalla mafia o possa agevolarla. Alle 11 in Procura a Napoli il procuratore della Repubblica, il procuratore nazionale antimafia e il questore di Napoli incontreranno la stampa per spiegare nel dettaglio l'operazione. Il decreto applicativo della misura di prevenzione dell'amministrazione giudiziaria è stato emesso dal Tribunale di Napoli - Sezione Misure di Prevenzione il 13 ottobre scorso e riguarda la S.S. Juve Stabia Srl, con sede legale a Castellammare di Stabia. Il provvedimento è stato adottato su proposta congiunta del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, del procuratore di Napoli e del questore di Napoli, dopo un'articolata attività investigativa e di analisi patrimoniale che ha consentito di accertare un sistema di condizionamento mafioso dell'attività economica della società calcistica da parte del clan D'Alessandro, egemone nel territorio stabiese. Le indagini, basate anche su dichiarazioni di collaboratori di giustizia e sulle registrazioni di alcuni colloqui in carcere di detenuti in regime di 41-bis, tra l'altro anche del clan Cesarano, hanno riscontrato come la gestione di numerosi servizi connessi allo svolgimento delle competizioni sportive della squadra sia stata, nel tempo, affidata a imprese e persone con profili di contiguità al clan D'Alessandro e nei settori strategici della sicurezza, del ticketing, della buvette, delle pulizie e dei servizi sanitari, nonché, fino al 2024, del trasporto della prima squadra. Per gli inquirenti, un oggettivo sistema di condizionamento mafioso dell'attività economica della società. La compagine calcistica, nel suo attuale assetto societario e proprietario, è subentrata in relazioni economiche di antica data, che sin dall'origine si sono rivelate sottoposte al condizionamento di presenze e interessi mafiosi e rispetto alle quali non si è dotata di adeguati meccanismi di controllo e prevenzione. È quanto emerso, per esempio, nel nevralgico settore della gestione della sicurezza e dello stewarding, dove l'assenza di rigorosi strumenti di verifica e garanzia delle società cui è affidato il servizio, ha condizionato la gestione, anche sotto il profilo dell'ordine pubblico, degli eventi sportivi. Per esempio, in occasione della partita Juve Stabia - Bari dello scorso 9 febbraio, personale del Commissariato di Castellammare di Stabia ha verificato che ai tornelli di accesso alla Curva San Marco dello Stadio Menti, riservato ai tifosi locali, era presente con ruolo attivo al filtraggio, accanto al personale steward, un esponente del tifo organizzato già colpito da Daspo. Per il servizio di ticketing, le indagini hanno portato alla luce una prassi diffusa attraverso punti vendita “compromessi” di rilascio di biglietti con dati anagrafici alterati per consentire l'accesso allo stadio di soggetti pregiudicati e colpiti da Daspo, molti dei quali contigui al clan D'Alessandro. La cosca si era infiltrata anche nella tifoseria organizzata, come evidenzia il corposo lavoro di analisi delle presenze certificate allo stadio, nonché dai numerosi provvedimenti di divieto di accesso allo stadio, anche fuori contesto, emessi nel corso della stagione calcistica trascorsa. In tale periodo sono stati emessi 22 divieti di accesso fuori dal contesto di episodi violenti in occasione di gare calcistiche per altrettanti pregiudicati appartenenti o contigui al clan, alcuni con ruoli di promozione del tifo organizzato, mentre 16 divieti in occasione di episodi violenti durante le partite. La saldatura tra gli esponenti del tifo organizzato, già appartenenti o contigui a compagini criminali locali, e la comunità stabiese si è manifestata secondo tipiche modalità di condizionamento mafioso, nell'evento organizzato dal Comune di Castellammare di Stabia lo scorso 29 maggio, per celebrare la conclusione dell'ottima stagione calcistica della squadra. Circostanza nella quale i rappresentanti dei tre gruppi ultras della tifoseria, alcuni colpiti da Daspo e con profili di contiguità criminale, erano sul palco con vertici della società di calcio, autorità civili e istituzioni pubbliche. Non da ultimo, presentano significativi indici di condizionamento, dicono gli inquirenti, le scelte operate dalla società calcistica sui responsabili del settore tecnico giovanile, uno dei quali già destinatario di provvedimenti della giustizia sportiva, che attestano radicate e consolidate relazioni con il clan. La Juve Stabia è attualmente in Serie B ed è la società professionistica più antica della Campania. Nella sua denominazione completa, S.S. Juve Stabia 1907 S.r.l. è una società controllata dal presidente Andrea Langella e da Brera Holding, il cui referente è Daniel Joseph McClory, che detiene il 52% delle quote. Nella sua storia si snoda attraverso fallimenti, ben tre, e cambi di denominazione. La società ebbe origine nel 1907, con lo Stabia Sporting Club, club che si affiliò alla Figc Campania nel 1914 e iniziò l'attività ufficiale disputando dei campionati di Terza Categoria. Nel 1930, disastrata economicamente, retrocesse in modo volontario, cambiando anche denominazione in Football Club Stabiese, società che infine fallì nel 1933. Il club, rifondato come A.C. Stabia, dovette ripartire da zero, dalla Terza Divisione. Nel 1945 vinse il Campionato campano. Il 17 giugno 1951 lo Stabia raggiunse la Serie B, ma la stagione successiva finì all'ultimo posto e di conseguenza retrocedette dalla cadetteria, e nella Serie C 1952-1953 fallì per inadempienze finanziarie. Così a Castellammare di Stabia una società minore, la S.S. Juventus Stabia fondata già nel 1935, divenne la prima squadra cittadina. La Juventus Stabia, nel 1953, militò nella Promozione Campania (quinto livello del calcio italiano). Nel 1971 fu promossa in Serie C, ma retrocesse due anni dopo, ritornando in Serie D. Fino al 1993 oscillò tra Serie D e Serie C2 e poi arrivò in Serie C1. Nel 1996 modificò la propria ragione sociale in A.C. Juve Stabia, e nel 1999 sfiorò di nuovo la promozione in cadetteria. L'anno seguente invece retrocesse, prima di fallire definitivamente nel 2001. Per un anno la cittadina costiera campana non ebbe una squadra. Nel 2002 fu affiliato un nuovo titolo sportivo in Terza Categoria che, fondendosi con quello del Comprensorio Nola, originò il Comprensorio Stabia. Tale operazione consentì al neocostituito sodalizio di partire dalla Serie D. Nel 2003-2004 divenne Società Sportiva Juve Stabia, e fu promossa in Serie C2, vincendo inoltre la Coppa Italia Serie D. Fino al 2011 oscillò tra terzo e quarto livello nazionale, poi la prima promozione in Serie B, dove non riuscì a restare in modo permanente. L'ultima risalita in B nel campionato 2023-2024.
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