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Cnpr forum, l'occupazione femminile cresce, ma restano le disparità economiche
31-03-2025, 12:31
“L'occupazione femminile a cui è legato il tema dell'alfabetizzazione finanziaria è una fotografia che ha delle luci e delle ombre. Quest'anno l'occupazione delle donne è sicuramente cresciuta anche se con modelli contrattuali più flessibili rispetto a quelli degli uomini, ma ci sono stati molti interventi normativi finalizzati a favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Occorre semplificare l'accesso a strumenti e servizi finanziari e fare crescere la capacità delle donne di gestire questi strumenti in modo autonomo e consapevole. Bisogna sviluppare l'inclusione economica, l'inclusione finanziaria e l'alfabetizzazione finanziaria di genere. Come presidente di Commissione d'inchiesta sulla violenza di genere sto lavorando su un articolato ciclo di audizione di esperti e di accademici proprio sul tema della cultura finanziaria quale strumento di inserimento nel mercato del lavoro, ma anche come strumento per prevenire la violenza. Le donne si approcciano poco alla finanza partendo dal presupposto che si sentono poco competenti. Non è così”. Lo ha dichiarato Martina Semenzato, deputata di Noi Moderati e presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femmicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, intervenuta nel corso del Cnpr forum “Educazione finanziaria: una sfida sociale ed economica”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca. Sul tema dell'alfabetizzazione economica e dell'accesso al lavoro si è soffermata anche Cristina Tajani, deputata del Pd e vicepresidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e assicurativo: “Indubbiamente i due fenomeni camminano insieme meno le donne partecipano al mercato del lavoro e meno raggiungono l'autonomia economica e finanziaria. Esiste un tema di mancata educazione se i dati ci indicano che molte donne che lavorano non hanno un conto corrente in banca intestato a se stesse e invece versano i loro stipendi in conti comuni con i mariti. Dunque il tema della mancata autonomia finanziaria andrebbe affrontato anche investendo in informazione finanziaria rivolta all'universo femminile. Le nuove tecnologie possono essere d'aiuto. È compito specifico delle istituzioni e della politica in generale fare sì che ogni innovazione tecnologica abbia un impatto di inclusione e sia accessibile a un numero sempre maggiore di cittadini e di utenti. Pensiamo specificatamente al mondo finanziario e bancario, alla digitalizzazione di tante attività che un tempo si facevano soltanto a sportello. Hanno un spetto positivo in termini di praticità e risparmio di tempo, ma allo stesso tempo negativo sulle fasce più deboli come, ad esempio, la popolazione anziana”. Per Rosaria Tassinari, deputata di Forza Italia in Commissione Cultura: “La situazione è complessa e viene dal passato. Le donne hanno necessità di entrare nel mondo del lavoro ma occorre recuperare il gap con l'Europa. Il governo ha messo in atto tante misure per semplificare e dare una mano soprattutto a chi ha famiglia. Le donne sono letteralmente assorbite dagli impegni familiari e quindi con più difficoltà accedono al mondo del lavoro, bisogna assolutamente eliminare queste barriere e l'educazione finanziaria diventa un elemento di grande importanza per la pianificazione economica dei nuclei familiari. Ritengo necessario agire anche a livello scolastico. E' fondamentale dare ai ragazzi già una linea di comportamento in questo senso, è cruciale nella vita di una persona saper gestire le risorse in maniera adeguata. Quando ci sono delle situazioni di marginalità derivano anche da una scarsa capacità di gestione. È importantissimo che le donne possano accedere al mondo del lavoro più agevolmente anche consolidando quelle misure che facilitano la possibilità di accedere ai congedi, anche per attutire l'inverno demografico che stiamo vivendo”. Critica Francesca Ghirra (AVS), segretaria della Commissione Attività produttive a Montecitorio: “Purtroppo, nonostante gli annunci del governo, che spesso non trovano riscontro nella realtà e neanche nell'analisi dei dati, la condizione femminile in Italia resta preoccupante, soprattutto se confrontata con quella degli altri Paesi europei. Non solo le donne, a parità di mansioni, guadagnano meno degli uomini, ma una larga parte di loro è ancora esclusa dal mondo del lavoro, in particolare dopo la maternità. Molte sono costrette a ricorrere a contratti part-time involontari a causa delle attività di cura familiare, che ricadono quasi esclusivamente sulle loro spalle. La violenza economica rappresenta una delle principali forme di disparità di genere: numerose donne non possiedono un conto corrente personale e sono costrette a rendere conto ai propri mariti delle spese quotidiane. Rafforzare l'educazione finanziaria sarebbe un passo fondamentale per permettere alle donne di acquisire maggiore autonomia e consapevolezza degli strumenti disponibili per la loro emancipazione. Le nuove tecnologie possono essere un valido supporto, ma è necessario studiare modalità di accesso inclusive, affinché tutti possano beneficiarne”. Nel corso del dibattito, moderato da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci, commercialista e revisore legale dell'Odcec di Bari: “Le donne sono una risorsa preziosa per la nostra comunità ma scontano ancora difficoltà a volte insostenibili nell'ottenere gli stessi diritti e le stesse opportunità degli uomini. Tutti i dati confermano un gap poco lusinghiero tra il nostro Paese e il resto d'Europa in termini di occupazione femminile e accesso agli strumenti di educazione finanziaria. Per non parlare del salary gap. Occorrono misure per ridurre queste differenze se vogliamo davvero tornare a essere competitivi con il resto del mondo e, soprattutto, se vogliamo creare una società più giusta ed equa che consenta alle donne di ottenere l'autonomia economica che spetta loro. Circostanza che ridurrebbe notevolmente l'intollerabile fenomeno della violenza di genere in Italia”. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell'istituto nazionale esperti contabili: “Quello che è necessario non è coniugare alla sacrosanta parità di genere anche l'educazione finanziaria, ma rendere consapevoli tutti gli italiani della complessità delle operazioni finanziarie e dare strumenti perché ne possano capire i rapporti, è necessario imporre maggiore chiarezza gli intermediari come le banche, le Poste, gli intermediari finanziari. Il cittadino non viene minimamente informato quando intraprende rapporti finanziari. E non dipende da scarsa educazione ma in gran parte da comunicazioni criptiche e illeggibili che vengono somministrate semplicemente dicendo: firmi qui. L'inserimento dell'educazione finanziaria all'interno dell'educazione civica mi lascia perplesso. Il programma già ampiamente mortificato dell'educazione civica si vedrebbe infilata anche un altro tipo di formazione niente affatto semplice. Mi sembra piuttosto ambizioso pensando che al giorno d'oggi occorrerebbe anche l'educazione previdenziale in questo contesto. Poi pensiamo alle barriere tecnologiche con strumenti che da un lato favoriscono l'alleggerimento di costi e tempi per intermediari finanziari e cittadini. Ma il problema è che in tanti non sono sufficientemente alfabetizzati sul piano dell'informatica. Va pensato meglio questo rapporto tra cittadino e strumenti telematici”.
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