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Dai senatori di centrodestra 78 firme per il referendum
Ieri 05-11-25, 21:28
Una delegazione della maggioranza di centrodestra, composta dai senatori Pierantonio Zanettin di Forza Italia, Erika Stefani della Lega, Marcello Pera di Fratelli d'Italia, alla presenza dei capigruppo Lucio Malan e Maurizio Gasparri, ha depositato in Cassazione le 78 firme raccolte per il referendum costituzionale sulla riforma della giustizia. Come ha spiegato Zanettin, nel quesito sottoposto ai senatori si cita il titolo della legge e, in più rispetto alla Camera, una sintesi dei contenuti della legge («il ddl è concernente la separazione delle carriere fra pubblico ministero e giudice, la costituzione della Corte disciplinare per i magistrati, e la formazione mediante sorteggio dei Consigli superiori della magistratura»). «Credo si aspetteranno i tre mesi previsti dalla legge, a partire dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, perché nel frattempo ci possono essere altri che raccoglieranno le firme, che poi dovranno essere vagliate dalla Cassazione», mentre sulla data della consultazione «penso che si arriverà a marzo, in primavera», ha detto l'ex presidente del Senato e parlamentare di Fratelli d'Italia Marcello Pera. Intanto, un decalogo in dieci punti con le «buone ragioni per dire sì alla separazione delle carriere e per una giustizia più giusta, terza e credibile» è stato lanciato ieri dall'Unione delle Camere penali italiane (Ucpi) che ha presentato anche il Comitato per il «sì» al referendum. Tra i punti del decalogo si sottolinea che «un giudice terzo è la prima garanzia di libertà perché senza un giudice terzo non ci può essere il necessario riequilibrio del potere del pubblico ministero» e si evidenzia che con «ruoli diversi» e carriere diverse ci saranno «le stesse garanzie e una sola giustizia al servizio delle persone». Il Comitato spinge al sì alla riforma per «un processo davvero equo, ad armi pari» e argomenta che la separazione delle carriere avviene «in tutte le democrazie liberali». «Una giustizia che fa paura non è giusta», si sottolinea tra le ragioni dei sì aggiungendo poi che separare le carriere serve «per difendere autonomia e indipendenza del giudice». Inoltre, «il Sorteggio dei componenti del Csm», serve ad avere «più trasparenza e meno correntismo», si legge in un altro punto del decalogo dove si ricorda che «il presidente della Repubblica è il garante dell'equilibrio e dell'unità della giustizia».
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