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Diritto alla vista, il meeting alla Camera il meeting. Screening gratuiti nelle carceri minorili
Oggi 21-10-25, 17:08
All'Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati, la terza edizione del meeting promosso dalla Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia ha portato al centro del dibattito il diritto alla vista come questione di salute pubblica e di inclusione sociale. Una mattinata in cui la notizia più significativa è stata l'annuncio del progetto carceri 2026, che estenderà le attività di prevenzione visiva agli istituti penali per minorenni. Il protocollo d'intesa, firmato dal ministero della Giustizia e dalla Fondazione, prevede che medici oculisti e ottici qualificati, insieme al personale OneSight e delle catene Salmoiraghi & Viganò e GrandVision, possano effettuare screening gratuiti e fornire occhiali su prescrizione a tutti i giovani detenuti che ne abbiano bisogno. Gli oneri saranno interamente a carico della Fondazione e le eventuali patologie oculari riscontrate saranno segnalate per l'avvio delle terapie. Si tratta di un accordo annuale, rinnovabile, che segna una novità assoluta nel panorama penitenziario italiano. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato di "passo di civiltà", sottolineando che non si può ignorare lo stato di salute dei detenuti. Ha richiamato i problemi del sovraffollamento e il numero troppo elevato di suicidi nelle carceri, ricordando anche il peso degli errori giudiziari che gravano sul Paese e sulle finanze pubbliche. Accanto a questo, ha posto l'accento sulle sfide più generali del sistema sanitario nazionale: liste d'attesa lunghe, medicina difensiva, eccesso di prescrizioni, fattori che aumentano i costi e riducono l'efficienza. Al centro dell'incontro anche il gioioso discorso del presidente della Fondazione, Leonardo Maria del Vecchio, che ha rivendicato il percorso ventennale di prevenzione portato avanti dall'organizzazione, rafforzato dalla fusione tra Essilor e Luxottica. Un miliardo di visite già realizzate rappresenta per lui non un traguardo ma l'inizio di un nuovo viaggio, in cui la vista diventa un diritto universale e uno strumento di inclusione. Per questo, dopo le periferie, il passo successivo sarà il carcere, per restituire opportunità anche a chi vive in condizioni di privazione della libertà. Dal lato politico-sanitario poi, il sottosegretario Marcello Gemmato ha ricordato come la prevenzione sia decisiva per la sostenibilità del sistema pubblico, in un Paese che invecchia e ha un indice di natalità tra i più bassi al mondo. Il quadro statistico tracciato dal Censis, con gli interventi di Costanza Corsini e Giorgio De Rita, ha restituito la fotografia di un'Italia in difficoltà: il 77,1% della popolazione dice di soffrire di problemi alla vista, ma due terzi si sottopongono a una visita solo in presenza di sintomi, rinunciando di fatto alla prevenzione. Ogni cento tentativi di prenotazione di visite oculistiche, 39 finiscono nel privato e solo 61 trovano risposta nel pubblico; oltre un quarto degli utenti si è visto chiudere le liste. Parlando concretamente, in un anno il 60,9% di chi ha avuto bisogno di prestazioni si è rivolto esclusivamente al privato, e appena il 24,1% è riuscito a curarsi attraverso il servizio pubblico. Un dato che conferma il progressivo disimpegno del sistema sanitario nazionale in questo settore e che, come hanno osservato gli esperti, accentua le disuguaglianze. Anche la Fondazione ha portato le proprie cifre, con il segretario generale Andrea Rendina che ha ricordato come in Italia vi siano oltre cinque milioni e settecentomila persone in povertà assoluta. Dalle cliniche mobili OneSight emerge un altro dato preoccupante, circa il 6% dei pazienti non possiede la tessera sanitaria, segno di marginalità estrema. L'83% degli intervistati, inoltre, ha dichiarato di aver rinunciato o avuto difficoltà a sostituire gli occhiali, mentre il 78% ha rinunciato a una visita oculistica. A dare voce all'impatto umano di queste carenze è stata la testimonianza di Anna Prouse, scrittrice e diplomatica, che ha raccontato la scoperta tardiva di un tumore al nervo ottico negli Stati Uniti e il salvataggio grazie a un intervento sperimentale a Stanford. Un'esperienza che l'ha convinta del valore delle diagnosi precoci e che l'ha portata a riconoscere la forza delle missioni di OneSight, viste in India e in Italia, come strumento concreto di inclusione. La mattinata ha chiaramente intrecciato numeri, esperienze e progetti. Il diritto alla vista non può essere considerato un lusso, e deve rimanere accessibile a tutti. Con l'avvio del progetto all'interno delle carceri minorili, la Fondazione e il ministero della Giustizia intendono dimostrare che la salute visiva è parte integrante della dignità della persona, anche per chi vive dietro le sbarre.
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