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Dove va l'Italia dopo il Green Deal, l'evento de Il Tempo: le nuove strategie aziendali per creare valore
04-06-2025, 12:25
Quale sarà il futuro della la transizione ecologica? E in che modo l'Italia dovrà affrontare le sfide e i rischi connessi alla rivoluzione verde? Domande alle quali si è tentato di dare una risposta nell'incontro organizzato da Il Tempo, tenuto ieri presso l'Ara Pacis di Roma, dal titolo «Il futuro è ancora verde?», cui hanno partecipato Nicola Lanzetta (direttore Italia Enel Spa), Mattia Voltaggio (responsabile "Scuola Joule" di Eni per l'impresa), Nicola Perizzolo (project engineering director Barilla), Andrea Porchera (institutional e public relation di Renexia Spa) e Alberto Zorzan (direttore generale Atac). Un panel dal quale, pur nelle inevitabili differenze di approcci, è emerso un minimo comune denominatore: se l'Italia nel futuro prossimo vuole cogliere al massimo le opportunità offerte dalla transizione ecologica, allora deve necessariamente lavorare su una prospettiva che sia il più pragmatica possibile e, soprattutto, libera da certe posture ideologiche ancora presenti nelle visioni «green» più estreme. «L'Italia – ha esordito Lanzetta di Enel – ha la necessità di ridurre la propria dipendenza dai combustibili fossili. Ecco perché in Enel siamo fortemente impegnati ad accelerare e guidare questo cambiamento, che porterà a una progressiva elettrificazione dei consumi. E il nostro piano di investimenti di circa 22 miliardi risponde proprio all'esigenza di aumentare le rinnovabili, sviluppare sistemi di accumulo e ammodernare la rete elettrica». Un processo, quello della trasformazione energetica, che per Voltaggio passa anche dalla formazione: «La nostra scuola Joule – ha spiegato il responsabile Eni per l'impresa – ha l'obiettivo di incanalare le competenze verso le imprese: a questo scopo abbiamo avviato 8 hub progettuali in Italia, più il polo «Road», qui a Roma, attraverso il quale stiamo sviluppando, tra le altre cose, una mappatura delle competenze del futuro, per aiutare a creare percorsi didattici per aziende ed università». La sostenibilità come metodo stabile di produzione e «non solo come strategia» è, invece, la ricetta di una grande azienda come Barilla: «Il nostro approccio – ha dichiarato Perizzolo – è quello che vede la sostenibilità come modo di stare nel business, sia per i benefici effettivi, per l'ambiente e per l'azienda, sia per i vantaggi reputazionali che ne derivano. È necessario, però, che nasca una rete fatta di fornitori, istituzioni, università e altri soggetti che lavorino nella stessa direzione». E di rete, network e filiere ha parlato anche Porchera di Renexia: «Abbiamo costruito a Taranto il primo impianto eolico off-shore del Mediterraneo e ora siamo concentrati su progetti di eolico floating. Un investimento strategico per il Paese, che potrebbe dare vita a intere nuove filiere industriali, per la nascita delle quali c'è però bisogno di un ecosistema industriale e istituzionale in grado di supportarle». «La transizione in Atac è già iniziata – ha concluso Zorzan: nel giro di qualche anno avremo il 40% della flotta elettrica. Questo processo ci ha posto diverse sfide, che stiamo però superando con successo. Una decisione che abbiamo ponderato bene, sapendo che la transizione è irreversibile. Una volta iniziata, non si torna indietro».
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