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È morta Anna Laura Braghetti, la "carceriera" di Aldo Moro in via Montalcini
Oggi 06-11-25, 09:44
È morta Anna Laura Braghetti, la brigatista carceriera di Aldo Moro durante i 55 giorni del sequestro. Aveva 72 anni ed era nata a Roma. È stata lei ad acquistare l'appartamento in via Camillo Montalcini 8 dove il presidente della Democrazia Cristiana venne tenuto segregato dopo il rapimento da parte delle Brigate Rosse avvenuto in via Mario Fani, a Roma, il 16 marzo 1978. L'alloggio al primo piano della palazzina, che affaccia su Villa Bonelli, venne trasformato in quella che verrà poi ribattezzata la "prigione del popolo", seppure le indagini eseguite dalla seconda Commissione Moro guidata da Giuseppe Fioroni hanno individuato almeno un altro covo dove lo statista Dc venne tenuto, quello in via dei Massimi 91, alla Balduina. Durante il sequestro, ancora incensurata, Braghetti fungeva da copertura per gli altri Br che stazionano nell'appartamento, fingendo di essere la fidanzata del misterioso "ingegner Altobelli", che molti anni dopo si scoprirà essere Germano Maccari. Nel covo di via Montalcini, secondo quanto raccontato dai brigatisti, avvenne il "processo a Moro". Il capo delle Br Mario Moretti si recava quasi quotidianamente nell'appartamento per interrogare il prigioniero. Nel garage sottostante era posteggiata la Renault 4 rossa in cui il presidente Dc verrà ritrovato morto il 9 maggio in via Caetani, nel centro storico di Roma. Durante i processi che sono seguiti alcuni brigatisti hanno raccontato che l'uccisione del presidente della Democrazia Cristiana avvenne proprio nel garage di via Montalcini, ma i riscontri eseguiti successivamente non concordano con questa ipotesi. Braghetti divenne clandestina nel 1978, subito dopo il sequestro Moro partecipò ad alcune azioni della colonna romana. Il 3 maggio 1979, durante l'irruzione a piazza Nicosia a Roma alla sede della Democrazia Cristiana, aprì il fuoco insieme a Francesco Piccioni contro la Volante della polizia accorsa a seguito dell'allarme. Nella sparatoria rimasero uccisi i due agenti Antonio Mea e Piero Ollanu. Il 12 febbraio 1980, insieme a Bruno Seghetti, partecipò all'omicidio del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Vittorio Bachelet. Viene arrestata il 27 maggio dello stesso anno e condannata all'ergastolo. Nel 1981 sposò Prospero Gallinari, un altro brigatista che aveva fatto parte del commando che rapì Moro. Ma poi si separò. Scontata la pena in carcere, venne liberata nel 2002 e si dedicò alle attività di recupero degli ex detenuti. Sul rapimento Moro scrisse un libro, "Il prigioniero", che nel 2003 ispirò il film "Buongiorno, notte" di Marco Bellocchio.
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