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"Ecco il segreto di Profondo rosso", Simonetti e i Goblin: un lungo brivido rock
07-03-2025, 09:20
Un suono inimitabile che è diventato un marchio di fabbrica, come quel giro di sintetizzatore - rigorosamente Moog che è capace in pochi secondi di aprire le porte del mondo del brivido. Parliamo dei Goblin e di «Profondo rosso», il film di Dario Argento che ha lanciato la band romana nel mondo. A 50 anni esatti dall'uscita del titolo che è diventato col tempo un simbolo del genere thriller, ne parliamo con Claudio Simonetti, fondatore dei Goblin che quella colonna sonora (che il 4 aprile uscirà in un sorprendente vinile in edizione speciale) dovevano soltanto suonarla. «Quando Dario Argento ci scelse eravamo sconosciuti - racconta Simonetti- Dovevamo semplicemente eseguire le musiche di Giorgio Gaslini. Ma durante la composizione, dopo aver fatto qualche brano, lui abbandonò litigando con Dario Argento che ci chiese di scrivere i temi mancanti per la colonna sonora. Da quel momento sono nati tutti i temi principali della pellicola, e sono stati ideati dai Goblin. La cosa più sorprendente è stata proprio questa, che lui abbia scelto dei ragazzi giovanissimi a cui affidare una colonna sonora di un film così importante. E ancora più sensazionale è che oggi, a distanza di 50 anni, rimane un cult in Italia e in tutto il mondo. Ha cambiato la mia vita. E ovviamente non solo la mia, ma di tutti i coinvolti». Cosa ha di speciale? «Credo che "Profondo Rosso", all'epoca, abbia avuto successo perché era la prima colonna sonora composta e suonata interamente da un gruppo rock. E siamo stati veramente dirompenti. Era il 1975 e allora era la musica commerciale che imperversava in Italia. Eravamo mosche bianche. In più, il film era francamente bellissimo». Argento, insomma, ci ha visto lungo... «Siamo stati molto fortunati ad aver incontrato Dario, ma anche lui lo è stato scegliendo noi, perché il disco ha venduto più di 4 milioni di album. Un record in Italia, soprattutto per una colonna sonora». Da dove nasce quel sound unico? «Per i tempi io ero già molto all'avanguardia: sono stato uno dei primi a usare i sintetizzatori, il Moog. Addirittura ho usato l'organo da chiesa. Lo studio di registrazione si trovava infatti sotto la basilica di Piazza Euclide a Roma dove suoneremo (il 6 e 7 aprile al Forum Theatre per la proiezione del film e la colonna sonora dal vivo con i Claudio Simonetti's Goblin, nell'ambito del Roma Film Music Festival, ndr). È l'organo con 15.000 canne che si sente in "Profondo Rosso". Ciò regalò una caratteristica molto forte alla pellicola. E poi noi Goblin eravamo molto bravi». Colonne sonore come Profondo rosso e Suspiria hanno influenzato generazioni di artisti e di band rock e progressive. «Ho conosciuto tanti artisti di fama internazionale nel corso della mia carriera. Tra questi il grande John Carpenter (regista mito dell'horror e non solo, ndr), che mi ha rivelato di essere stato sempre un mio seguace e che addirittura in certi casi mi ha copiato... Altri musicisti di gruppi rock e prog molto noti mi hanno confessato di aver cominciato a suonare giovanissimi ascoltando anche la musica dei Goblin. Siamo stati molto imitati, molto seguiti ed è per questo che ancora oggi faccio concerti in tutto il mondo. Forse con più successo che non allora, perché cinquant'anni fa non c'erano tutti i mezzi di comunicazione odierni e i social. Probabilmente negli anni '70 eravamo di fatto già famosi in tutto il mondo... ma nessuno conosceva le nostre facce».
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