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Elezioni regionali, i sondaggi che fanno tremare il campo largo
Oggi 11-09-25, 09:52
Credeva di avere la vittoria in pugno il cosiddetto campo largo alle elezioni Regionali che si terranno tra fine settembre e novembre nelle Marche, Calabria, Toscana, Campania, Veneto e Puglia. Il sogno di Schlein e compagni era quella di fare un cappotto. Vincere in tutte le Regioni (magari escludendo il Veneto) concludendo la lunga tornata elettorale con un sonante 5-1 a suo favore. Ma così non sarà. Perché il centro-destra è sul punto di fare il colpaccio. Questo almeno si evince dai dati diffusi da Noto Sondaggi per “Porta a Porta”. Nelle Marche, la prima Regione chiamata al voto, il governatore uscente, il meloniano Francesco Acquaroli, è in vantaggio di due punti e mezzo (49,5% a 47%) sullo sfidante, l'ex sindaco di Pesaro ed esponente del Pd, Matteo Ricci. Un dato interessante. Perché i progressisti hanno fatto di questa Regione una sorta di Ohio italiana. Vincere qui, per loro, significa, dare un avviso di sfratto al governo. In realtà la sinistra ci ha già provato con i referendum sul lavoro e sulla cittadinanza, che si sono tenuti lo scorso giugno, a dare una spallata al governo. Tutto inutile. L'esecutivo non cadrà per un voto regionale, seppur importante. La coalizione guidata da Giorgia Meloni, ad eccezioni di normali discussioni al suo interno, è decisamente salda. In Calabria la sfida è tra il presidente dimissionario e ricandidato, il forzista Roberto Occhiuto, e il papà del reddito di cittadinanza, il grillino Pasquale Tridico. Ebbene, l'esponente azzurro ha quasi dieci punti di vantaggio (54% a 45,5%) sullo sfidante. La Toscana, senza sorprese, si conferma rossa. Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia ed esponente di Fratelli d'Italia è al 39% contro il 57% del presidente, Eugenio Giani, renziano impostosi a Elly Schlein e ai grillini. Si profila, quindi, un 3-3. Un pareggio che, però, avrebbe un sapore di amara sconfitta per il fronte progressista. Il compito del centrodestra ora è uno: trovare nel più breve tempo possibile i candidati in Veneto, Campania e Puglia. A livello nazionale la situazione sembra stazionaria. Fratelli d'Italia è al 30% e il Pd al 22,5, entrambi in calo di 0,5 punti rispetto all'ultima rilevazione di Antonio Noto effettuata lo scorso giugno. Il mezzo punto perso dai dem va al M5S (13%). Lega (+0,5) e Forza Italia sono appaiati all'8,5%. A sinistra, in salita di mezzo punto anche Avs (6,5%). Fuori dai due poli, Azione si attesta al 3,5%. Italia Viva è ferma al 2%, poco sopra +Europa e Noi Moderati, entrambi all'1,5%. Gli astenuti si riducono di due punti, al 43%.
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