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Farmaci israeliani nel cestino. L'ultima follia ad Arezzo
Oggi 20-08-25, 15:59
Quando l'ideologia, la politicizzazione di un conflitto e l'odio verso un'intera nazione prende il sopravvento persino sul giuramento di Ippocrate è necessario fermarsi. E porsi delle domande. Alla Casa della Salute di Pratovecchio Stia è andata in scena una commedia del grottesco che, davvero, non fa ridere nessuno. In un video diffuso sui social si vede un medico e una infermiera che prima vengono riprese con un cartello in mano ("digiuno contro il genocidio di Gaza"). Successivamente, le due operatrici sanitarie prendono due scatole di medicinali prodotti dalla Teva, una multinazionale farmaceutica israeliana con sede a Petah Tiqwa, e le gettano in un cestino dell'immondizia. Sia ben chiaro: non si tratta di medicinali scaduti o difettosi. Prodotti perfetti, comprati, con i soldi pubblici, che sarebbero potuti essere usati per alleviare dolori di malati toscani. Ma che hanno, secondo questo medico e questa infermiera, la madre di tutte le colpe: sono prodotti israeliani. Un peccato originale che, nella forma mentis del militante Pro Pal, li trasforma in oggetti contaminati. Simboli da cancellare, da buttare via come delle scarpe vecchie. Come dire: il paziente può aspettare, la battaglia ideologica no. Abbiamo contattato telefonicamente il sindaco di Pratovecchio Stia, Luca Santini. Il quale ci ha confermato che quel medico e quella infermiera lavorano effettivamente nel suo territorio. "Ho parlato con Asl, questore e prefetto perché venga innanzitutto verificata l'autenticità di quel video. Al momento preferisco non rilasciare alcuna dichiarazione". Sul tema è intervenuto anche il vicesegretario di Forza Italia, Deborah Bergamini: "Non si può neanche lontanamente pensare di compromettere la tutela della salute delle persone per smanie di attivismo ideologico da parte di chi, in quanto operatore sanitario, dovrebbe mettere la cura al di là e al di sopra di tutto. Mi auguro che l'Asl e autorità preposte chiariscano l'accaduto e assumano provvedimenti esemplari perché in ballo c'è anche il valore della fiducia dei familiari dei pazienti verso chi dovrebbe assisterli nella malattia”. Una posizione condivisa anche dal consigliere regionale toscano di Fdi, Elisa Tozzi: "compromettere la vita e la salute dei propri pazienti per una campagna di boicottaggio contro Israele è semplicemente inaccettabile. Le battaglie ideologiche vengano combattute lontane da ospedali e ambulatori".
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