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Fondazione FAIR, proteggere giovani da rischi del gioco
Oggi 12-09-25, 12:39
Roma, 12 set. (askanews) - In Italia il 51% dei giocatori Under 25 dichiara di avere familiarità con il concetto di "gioco responsabile", che in un terzo dei casi viene, però, percepito come inutile o inefficace. È quanto è emerso dalla ricerca, dal titolo "Gioco responsabile e giovani under 25: motivazioni, contesti e strategie di intervento", condotta dall'Unità di Ricerca in Psicologia Economica dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e promossa da FAIR (Fondazione per l'Ascolto, l'Innovazione e la Ricerca sul Gioco Responsabile). Dati che evidenziano tra i giovani una scarsa conoscenza degli strumenti di prevenzione e protezione, un campanello d'allarme che fa riflettere sull'importanza di mettere in atto azioni più decise per promuovere la cultura del gioco responsabile. Numeri che influenzano anche le politiche per la tutela delle nuove generazioni. La Senatrice Elena Murelli, Capogruppo Commissione Affari Sociali del Senato, ha dichiarato: "Come istituzioni dobbiamo porci la domanda che cosa fare, quali sono gli strumenti che già esistono e come andare ad applicarli. Ecco quindi che bisogna andare a informare, educare e anche riprendere quelli che sono i comportamenti illeciti. Dobbiamo insegnare ai giovani a gestire i soldi in modo responsabile e a divertirsi e svagarsi, sia nel gioco fisico che nel gioco online, facendolo sempre in modo responsabile. Dobbiamo quindi diffondere la cultura di questa responsabilità". Maurizio Benzi, Segretario Generale Fondazione FAIR, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "È chiaro che è un percorso, questo primo passo è l'inizio di questo percorso in cui ci auspichiamo una collaborazione tra operatori e regolatori per riuscire a fare in modo di approfondire sempre di più le tematiche del gioco responsabile. La generazione Z passa la sua vita nell'ambito digitale e naturalmente il gioco rischia di avere problematiche non controllate. Auspichiamo perciò un'evoluzione per quanto riguarda l'approfondimento e l'ascolto dei giovani perché ci chiedono loro stessi di riuscire ad avere maggiore capacità di comprendere le loro esigenze". La ricerca dimostra come il concetto di "gioco responsabile" sia ancora poco compreso dai giovani spingendo così all'utilizzo di una comunicazione nuova, ancora più efficace. "Occorre ripensare alla comunicazione interpretando bene quelli che sono i canali, gli stili comunicativi di questo target, ovvero dei giovani dai 18 ai 25 anni, rispondendo alle loro esigenze che emergono dalla ricerca in cui ci chiedono fondamentalmente strategie di autocontrollo" - afferma Edoardo Lozza, Professore presso Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Direttore scientifico della ricerca - "Questo è un tema importantissimo, i giovani ci chiedono di conoscere meglio quali sono i rischi del gioco e quindi qual è il confine fra un gioco responsabile e un gioco invece problematico. Credo ci sia un dato molto rilevante che è quello che circa il 50% dei giovani è interessato a conoscere meglio che cosa significa il gioco responsabile". Dati concreti che portano FAIR ad avviare un percorso che promuove lo sviluppo della cultura del gioco sano, attraverso l'ascolto delle nuove generazioni, riconoscendone i bisogni ed offrendo loro risposte concrete per proteggerli da comportamenti rischiosi.
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