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Francia, Lecornou: "Troppe divisioni. Lascio perché preferisco il Paese al partito"
Oggi 06-10-25, 11:10
"Non c'erano più le condizioni per restare primo ministro". Nominato ieri sera e dimessosi stamattina, il premier francese Sébastien Lecornu ha spiegato perché ha deciso di lasciare a tempo di record Palais de Matignon. "Alcuni partiti politici hanno finto di non vedere il cambiamento, la rottura rappresentata dal mancato utilizzo dell'articolo 49.3. In secondo luogo molti continuano ad adottare un atteggiamento come se avessero la maggioranza in Parlamento". Infine, ha affermato che "la composizione del governo all'interno della base comune non è stata fluida". "In nessun caso dovremmo rivivere qui i brutti tempi della Quarta Repubblica", ha sottolineato Lecornu. "Lascio perché troppe sono le divisioni e preferisco il Paese al partito". Le dimissioni sono già state accettate dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron. "Ho provato a costruire un percorso”, ha aggiunto Lecornu, che era stato incaricato di formare il nuovo esecutivo il 9 settembre scorso. "Per tre settimane, ho parlato raramente. Ho cercato di costruire un percorso con le parti sociali. Le consultazioni politiche ci hanno permesso di fare progressi su diverse questioni. Venerdì scorso sono giunto alla conclusione che l'ultima parola spetta sempre al Parlamento". Ma Renaissance, il partito di Macron che lo aveva sostenuto, non ha la maggioranza assoluta dei seggi e il tiro incrociato dei partiti ha fatto intendere a molti che il governo forse non avrebbe superato il voto di fiducia. Lecornu aveva già presentato 18 dei ministri che andavano a formare l'esecutivo ma era stato subito subissato di critiche da parte di Rassemblement national e La France Insoumise per aver fatto un"governo fotocopia" del precedente, guidato da François Bayrou, con più di un terzo dei titolari dei dicasteri etichettati come "riciclati". La missione, tuttavia, si è arenata quasi subito: tra divergenze sulle nomine, scontento nelle file macroniste e pressioni esterne, il premier ha così scelto di farsi da parte prima ancora di presentare in aula il programma di governo. Ora l'attenzione si concentra sul presidente della Repubblica, chiamato a individuare rapidamente un successore in grado di garantire stabilità. alla Francia Tra i nomi che circolano a Parigi figurano Gérald Darmanin, ministro dell'Interno, e Bruno Le Maire, titolare dell'Economia, ma l'Eliseo per ora mantiene il massimo riserbo. La nuova crisi apre una fase di incertezza politica, con la prospettiva di un ulteriore indebolimento della leadership presidenziale a metà del mandato. Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, ha salutato le dimissioni del primo ministro Lecornu come "una mossa saggia" e ha invitato il presidente Emmanuel Macron "a sciogliere l'Assemblea nazionale". "Siamo alla fine del percorso. Non ci sarà più un domani. Siamo alla fine della barzelletta, la farsa è durata abbastanza", ha dichiarato.Per il deputato de La France Insoumise Louis Boyard "anche Macron deve dimettersi o il popolo lo costringerà ad andarsene".
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