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Future @Work 2025: l'intelligenza artificiale trasforma il mondo delle risorse umane
24-10-2025, 09:51
Si è svolto oggi, a Villa Blanc, Future @Work “Non dire domani”, l'appuntamento organizzato da HRC Community in collaborazione con Luiss Business School, dedicato a esplorare come intelligenza artificiale, cultura del lavoro e capitale umano stiano ridisegnando l'impresa del futuro. L'Italia, seconda potenza manifatturiera europea, si trova oggi davanti a una transizione decisiva: integrare AI e digitalizzazione per valorizzare il proprio capitale umano e diffondere innovazione anche oltre le “superstar city”. I dati dell'Osservatorio Luiss Business School per HRC Durante la mattinata sono stati presentati i risultati della ricerca “Processi di AI e impatti HR”, a cura dell'Osservatorio Luiss Business School in collaborazione con HRC, illustrati da Giuseppe F. Italiano, Prorettore all'Intelligenza Artificiale e alle Digital Skills, Luiss Guido Carli, e da Stefano Za, Professore di Organizzazione Aziendale e Sistemi Informativi, Università di Chieti-Pescara – Adjunct Professor Luiss Guido Carli. Lo studio conferma un'accelerazione senza precedenti: la quota di leader HR che hanno avviato o pianificato progetti di GenAI è cresciuta dal 19% nel 2023 al 61% nel 2025, segnalando una svolta nella maturità digitale delle direzioni risorse umane. AI e HR: un'alleanza strategica per la trasformazione del lavoro La ricerca sottolinea come l'AI, spesso percepita come una minaccia per l'occupazione, debba invece essere considerata un alleato strategico per migliorare efficienza, accuratezza e produttività. Le prime sperimentazioni, pur concentrate in ambiti verticali, mostrano già benefici tangibili nella riduzione degli errori e nella rapidità decisionale. Ma la vera sfida è culturale: passare da un approccio “AI per HR” a un paradigma “HR per AI”, in cui le risorse umane guidino la trasformazione con una visione centrata su persone, etica e valore generato. “L'intelligenza artificiale può rendere le aziende più efficienti, ma solo se resta al servizio dell'intelligenza umana. La sfida non è sostituire, ma potenziare la mente e la sensibilità delle persone”, ha dichiarato Marco Gallo, Managing Director di HRC Community. “Non è una guerra tra tecnologia e uomo. L'Ai è straordinaria e oggi ne vediamo solo una dimensione, perché non siamo ancora in grado di comprendere fino a dove potrà arrivare. Proprio per questo bisogna conoscerla, testarla, includerla nei processi di semplificazione ed efficienza delle aziende, senza delegarle in modo acritico scelte che richiedono responsabilità. L'Ai deve essere guidata dall'essere umano, così da diventare un alleato capace di amplificare il valore dell'uomo – la sua intelligenza, la sua creatività, la sua capacità relazionale – e non un sostituto. In questo senso, la sfida dell'hr e dei manager è culturale: formare persone e leader per comprenderla e usarla, non subirla, trasformando paura e resistenza in opportunità di crescita”, conclude Gallo. Formazione, mindset e fiducia: le nuove priorità HR Secondo l'Osservatorio, persistono forti gap generazionali e culturali nell'approccio all'AI. I millennial (35-44 anni) sono la fascia più predisposta: il 90% la utilizza, il 76% ne condivide suggerimenti o feedback, mentre la fiducia scende tra le generazioni più anziane. L'indagine raccomanda di estendere la formazione a tutti i livelli, non solo ai leader ma anche ai collaboratori, promuovendo una cultura della fiducia verso la tecnologia e la sua integrazione nei processi. L'adozione dell'AI non può essere un esercizio tecnologico, ma una risposta a bisogni reali. Solo partendo dagli obiettivi strategici e dal valore per le persone è possibile costruire un modello di intelligenza artificiale sostenibile e responsabile. Le funzioni HR che stanno beneficiando maggiormente della GenAI includono: Recruiting & Talent Acquisition, per ridurre bias e ampliare i canali di selezione; Learning & Development, per creare percorsi formativi personalizzati e aggiornabili in tempo reale; Performance & Career Development, con valutazioni più oggettive e coerenti con la strategia; People Analytics, per anticipare rischi come turnover o assenteismo grazie a modelli predittivi; Employee Engagement, per monitorare il clima organizzativo e rafforzare la componente umana della relazione lavorativa. “L'errore più grande per le Risorse Umane non è adottare troppo presto l'intelligenza artificiale, ma arrivarci senza una visione. Solo chi studia oggi l'impatto dell'AI su persone, competenze e cultura aziendale potrà guidare la trasformazione invece di subirla”, ha dichiarato Giuseppe F. Italiano, Prorettore all'Intelligenza Artificiale e alle Digital Skills, Luiss Guido Carli che ha coordinato l'attività dell'Osservatorio Luiss Business School per HRC. AI, progresso e disuguaglianza: i rischi della transizione Nel panel “Il decennio dei (tecno)-miliardari”, curato da Roberto Paura, Presidente dell'Italian Institute for the Future, si è discusso del rovescio della medaglia: nel 2024 i miliardari nel mondo sono saliti a 2.781, con patrimoni aumentati di oltre 2.000 miliardi di dollari, mentre il 44% degli europei non possiede competenze digitali di base (Digital Inclusion Index 2025). Secondo il Baker Institute, l'automazione non distrugge il lavoro, ma può ridurre i salari fino al 50% per i lavoratori meno qualificati, accentuando le disuguaglianze. Benessere e cultura del lavoro: il nodo umano I dati presentati da Nicola Neri, CEO di Ipsos Italia, hanno riportato l'attenzione sul benessere delle persone al lavoro: il 32% degli italiani considera il proprio lavoro fonte di stress; il 44% si sente sotto pressione costante; l'84% valuta più importante l'equilibrio vita-lavoro rispetto alla carriera; l'80% chiede un rinnovato senso di comunità e collaborazione. Questi dati confermano che la tecnologia da sola non basta: servono fiducia, senso di appartenenza e leadership umano centrica. Le voci delle imprese Nel corso della giornata, Giordano Fatali (President & Founder HRC Group, CEOforLIFE e Taskforce Italia) ha dialogato con Gabriele Fava (Presidente INPS), intervistati da Janina Landau (Class CNBC), su come le politiche del lavoro e gli investimenti pubblici possano accompagnare la transizione digitale in modo equo e inclusivo. “L'intelligenza artificiale non è il domani: è già nel cuore dell'amministrazione. All'INPS non la annunciamo, la applichiamo: 69 progetti attivi, 52 in esecuzione, 29 in produzione tra chatbot, assistenti virtuali, automazione e analisi predittiva. L'obiettivo è chiaro: tempi più rapidi, bisogni anticipati, risposte migliori. L'IA non sostituisce le persone: ne moltiplica l'efficacia e spinge un cambio di cultura nella Pubblica Amministrazione”, ha dichiarato Gabriele Fava, presidente INPS. “I giovani sono il baricentro della nostra strategia: non una nicchia, ma la leva del futuro produttivo. Non esiste welfare sostenibile senza lavoro giovanile di qualità. L'IA serve a questo: individuare prima i bisogni, semplificare l'accesso ai diritti, allineare formazione e occupazione. La direzione è netta: più servizi digitali, più competenze, più trasparenza sui risultati. Tecnologia dove serve, persone sempre al centro. Così l'INPS trasforma i dati in decisioni e le decisioni in opportunità per famiglie, imprese e, soprattutto, per le nuove generazioni”, ha concluso Fava. “Massimo D'Azeglio, per descrivere la situazione del Paese dopo l'Unità, diceva: ‘Fatta l'Italia, bisogna fare gli italiani'. Il territorio della Nazione era finalmente definito ma, al suo interno, tante anime diverse la popolavano, ognuna chiusa nel proprio municipalismo e presa dall'inseguire i propri interessi. La formula Task Force Italia è semplice: sommando competenze e collaborazione, il risultato non può essere che lo sviluppo. Crediamo fermamente che il Paese possa svilupparsi solo unendo le migliori competenze e collaborando, poiché è proprio questo ciò che storicamente manca all'Italia: mettere le competenze giuste al posto giusto e farle collaborare efficacemente”, ha dichiarato Giordano Fatali (President & Founder HRC Group, CEOforLIFE e Taskforce Italia) durante il suo intervento. Le open discussion hanno visto il confronto di numerosi protagonisti del mondo HR e dell'innovazione. Tra questi, Alberto Valenza, Chief HRO & Procurement Officer di Aeroporti di Roma; Carla Bellavia, Direttore Risorse Umane, Comunicazione e Sostenibilità di Groupama Assicurazioni; Alice Condello, Head of HR Tech & IT di Fastweb+Vodafone; Paola Capoferro Direttore People&Change360 / Responsabile Editoriale University2Business / Redattrice di Digital4Executive; Paola Accornero, Direttrice Risorse Umane di Coin; Beatrice Sandri, Director Human Resources Southern Europe di Haleon; Raffaella Temporiti, Chief People Officer di Max Mara Fashion Group; Cristiano Colombari, Director di Mylia; Marco Mossuto, Group Chief HR & Corporate Affairs Officer di Bonfiglioli; Enrico Martines, Direttore Sviluppo e Innovazione Sociale di Hewlett Packard Enterprise; Rosa Martelli, Group HR Director di Maticmind Group; Giulio Siniscalco, Commercial Director di Edenred Italia; e Sabyne Moras, Country Manager Italy di PerformanSe. Con la collaborazione di: Edenred Italia, Mylia, PerformanSe, Iook, LianeCare, Serenis business, Workday. Un laboratorio di idee per il futuro del lavoro Future @Work conferma la missione di HRC Community e Luiss Business School di creare spazi di confronto tra accademia, imprese e istituzioni per costruire un futuro del lavoro umano-centrico, dove tecnologia e persone evolvono insieme. L'evento ha coinvolto oltre 100 HR Director di aziende italiane e internazionali, con momenti di discussione su policy, formazione e impatti organizzativi dell'AI.
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