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Garlasco, "è ignoto 3": nella bocca di Chiara il Dna di uno sconosciuto
Oggi 15-07-25, 07:43
Il Dna di uno sconosciuto nella bocca di Chiara Poggi. Potrebbe essere a una svolta l'inchiesta sul delitto di Garlasco, dopo che la genetista del giudice, Denise Albani, ha confermato che dal tampone orofaringeo della 26enne uccisa il 13 agosto 2007 è spuntato il codice genetico di Ignoto 3. Un profilo robusto, completo, perfettamente attribuibile, non compatibile né con quello di Alberto Stasi, il condannato in via definitiva per l'assassinio, né con quello di Andrea Sempio, l'indagato nell'inchiesta della Procura di Pavia per l'omicidio in concorso con altri. Non è neppure di Ignoto 2, l'altro Dna che insieme a quello considerato di Sempio si trova sulle unghie della vittima, e neanche degli amici della comitiva. Gli investigatori propendono per l'ipotesi che quella traccia genetica possa rafforzare la tesi già ipotizzata del doppio killer e che dunque possa essere di uno degli assassini che, quella mattina, si trovava sulla scena del crimine della villetta di Garlasco. A sostegno di questa eventualità c'è il fatto che il Dna, per l'effetto della deglutizione, si degrada in pochi minuti nella bocca, per cui quel profilo biologico nel tratto orofaringeo potrete essersi depositato in prossimità della morte. Chiara, durante l'aggressione, potrebbe aver morsola mano di uno degli assassini che cercava di ridurla al silenzio, per divincolarsi e tentare di scappare, prima di essere colpita alla testa. Sullo sfondo restala possibilità, per gli inquirenti del tutto remota, che quel Dna possa essere frutto di una contaminazione. Sul tampone sono stati infatti rilevati un altro profilo, scarso e attribuito all'assistente del medico legale che nel 2007 effettuò l'autopsia, e altri tre illeggibili. E mentre per gli investigatori è poco plausibile l'ipotesi della contaminazione, perché sarebbe dovuta avvenire post morteme con manovre incompatibili con il cadavere a bocca chiusa, per i periti di parte non ci sono alternative possibili. «Nessun altro assassino, ma una garza contaminata prima del prelievo», ha detto l'ex comandante del Ris di Parma ora consulente di Sempio, Luciano Garofano. «Quella garza non è un tampone orale, ma serviva a raccogliere il materiale di Chiara per poi confrontarlo con gli esiti delle analisi delle tracce ematiche trovate sulla scena del crimine», ha aggiunto, spiegando che «si prese quella garza e si introdusse nella bocca di Chiara solamente come materiale di confronto». Su quel tampone sono stati fatti cinque prelievi e quell'Ignoto 3 «è un profilo parziale molto limitato, un profilo Y parte del quale compatibile con Ferrari. La spiegazione più logica, e non di parte, è che sia una contaminazione che è avvenuta prima del prelievo. Nella sala autoptica quella garza potrebbe essere stata contaminata inconsapevolmente perché lo scopo non richiedeva la massima attenzione nell'evitare la contaminazione che può essere avvenuta in qualsiasi momento. Dal quel che si è visto si tratta di una quantità infinitesimale di solo Dna maschile. La spiegazione più logica è che non c'è un secondo uomo anche se c'è chi vorrà andare alla ricerca di un fantasma», conclude.
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