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Garlasco, giallo sull'sms di Cappa: "Abbiamo incastrato Stasi". Ma agli atti non risulta
Oggi 16-05-25, 07:44
E nel circo mediatico di Garlasco, a rompere il riserbo degli inquirenti che mirano ad accertare tutta la verità sull'omicidio di Chiara Poggi, sono le fake news. Indiscrezioni, voci di paese e perfino sms falsi, non agli atti né della nuova né della vecchia inchiesta. Calunnie che come un venticello fanno tornare nell'incubo le gemelle Stefania e Paola Cappa, mai indagate. E aprono interrogativi su quel messaggio, pubblicato da «Giallo», di cui il settimanale di Urbano Cairo riporta il testo esatto. «Mi sa che abbiamo incastrato Stasi»: lo avrebbe scritto Paola a un suo amico, secondo quanto riportato. E sarebbe parte di ben 280 sms depositati agli atti della Procura di Pavia, che sarebbero confluiti nel nuovo fascicolo. Nell'articolo si legge che «si tratta di messaggi particolarmente gravi inviati anni fa da Paola Cappa a un amico a Milano». Insomma, non sarebbero intercettazioni recenti, raccolte nella nuova inchiesta per omicidio in cui è indagato Andrea Sempio, ma atti bomba della vecchia inchiesta. Peccato che nessuno li ha visti. Né i difensori di Stasi, che negli anni hanno tentato la revisione del processo finito con la condanna a 16 anni di carcere. Né gli investigatori di allora, che di errori ne hanno pur fatti. E nemmeno gli inquirenti di oggi, che non hanno mai avuto tra le mani quel messaggio. Fonti vicine a chi indaga, infatti, smentiscono l'esistenza dell'sms e il suo contenuto, così come la mole di messaggi entrati nel nuovo fascicolo. Quello che c'è oggi nelle carte è coperto da massimo riserbo, ma i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano avrebbero raccolto indizi utili a creare il castello accusatorio che si sta materializzando nei confronti di Sempio. Un gran numero di atti, tra reperti, intercettazioni e testimonianze, che ha spinto il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, a rafforzare il pool di magistrati impegnato a lavorare al fascicolo. Oltre al sostituto Stefano Civardi e al pm Valentina De Stefano, indaga all'inchiesta anche la collega Giuliana Rizza. Intanto ieri Sempio e sua madre Daniela Ferrari erano stati convocati in caserma per riprendere i cellulari, sequestrati il giorno prima durante le perquisizioni a casa dell'indagato. Mamma e figlio sono rimasti all'interno per oltre un'ora, ma alla fine sarebbero andati via senza i telefonini. Infine oggi ci sarà l'udienza davanti al gip Daniela Garlaschelli, che darà il via all'incidente probatorio per la comparazione del Dna di Sempio con il profilo genetico trovato sulle unghie di Chiara e l'analisi di reperti e impronte mai esaminati prima.
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