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Garlasco, sulla spazzatura il profilo di Sempio non c'è: il punto sul dna
Ieri 26-06-25, 21:49
Nessun profilo di Andrea Sempio, solo quello della vittima, Chiara Poggi, e del condannato per l'omicidio, Alberto Stasi. È la novità che arriva dall'incidente probatorio sul delitto di Garlasco e dalle prime analisi condotte sulla spazzatura della villetta di via Pascoli e sui reperti della colazione del 13 agosto 2007, giorno dell'omicidio. Mercoledì poco dopo le 18 la perita genetica Denise Albani, nominata dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli per la maxi consulenza sui dna, ha condiviso via mail i risultati delle prime estrazioni con i consulenti della Procura di Pavia, Carlo Previderè e Pierangela Grignani, il dottor Ugo Ricci per la difesa Stasi e il genetista Marzio Capra per la famiglia Poggi. Dai tracciati elettroforetici del dna, tecnicamente ancora non confrontati nel contraddittorio nell'incidente probatorio, è emersa subito in maniera chiara una prima verità scientifica: il dna dell'ex fidanzato della 26enne uccisa, condannato a 16 anni per l'omicidio, è stato trovato sulla cannuccia di plastica dell'Estathé. Quello di Chiara Poggi si troverebbe invece sulla pellicola del Fruttolo, sul piattino utilizzato e sulla confezione di cereali rinvenuta sul divano con cui stava facendo colazione, guardando la televisione la mattina del delitto. Già in serata il legale di Stasi, Antonio De Rensis, lo aveva anticipato alla trasmissione 'Zona Bianca' parlando di dati e indicazioni da prendere con tutti i "condizionali possibili", ma "che lette nel modo giusto sono interessanti". In primis perché dimostrano che fare accertamenti anche a 18 anni di distanza ha portato a dei risultati utilizzabili - sostiene l'avvocato -, e in secondo luogo perché il suo assistito, oggi recluso al carcere di Bollate, avrebbe "sempre" ammesso e sostenuto di aver bevuto l'Estathé. A leggere le sentenze sul delitto di Garlasco si fa più che altro riferimento all'ultimo pasto consumato dalla coppia assieme la sera prima dell'omicidio, il 12 agosto. Viene citata "una lattina di birra", scrisse il gup Stefano Vitelli nella prima sentenza di assoluzione di Stasi, portata da quest'ultimo in via Pascoli poco dopo le 19.30, prima di recarsi con la fidanzata intorno alle 20 alla pizzeria Dietro l'Angolo per ordinare due Margherite d'asporto di cui sono stati trovati in casa i cartoni, con rispettive impronte digitali. Della birra lo aveva raccontato l'allora 24enne studente della Bocconi sin dal pomeriggio dell'omicidio: "Mi sono cambiato, ho preso la Golf nera, mi sono portato appresso dei libri e una lattina di birra che avevo in frigo marca Forster (probabilmente Forst, ndr) e sono andato a casa sua", mise a verbale Stasi alle ore 16 del 13 agosto, sentito come testimone in caserma a Garlasco dai marescialli Alfonso Pieroni e Gaetano Ales. Versione che poi fu confermata nei verbali successivi della sera del 13 agosto, 17 agosto, 22 agosto e 24 settembre. "Sappiamo che la lattina di birra doppia che ha bevuto Alberto esiste perché era nel frigo - ha spiegato in tv l'avvocato De Rensis -. L'attività difensiva lo ha provato all'epoca con grande scrupolo".
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