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Gedi vende Repubblica, spunta l'Sos a Mattarella per evitare il "pericolo greco"
12-12-2025, 10:50
Nessuna dichiarazione ufficiale è arrivata dal gruppo greco Antenna della famiglia Kiriakou sulla vendita da parte di Gedi di La Repubblica, La Stampa e le radio del gruppo. Fonti assicurano però l'interesse nel portare avanti la trattativa anche se finora non c'è alcuna certezza sulla sua conclusione (prevista il 31 gennaio 2026, dopo la proroga di fine novembre). Insomma non ci sarebbe nessun accordo definitivo. E il silenzio stampa degli ellenici farebbe parte della strategia di evitare speculazioni o tentativi di rilancio del prezzo da parte del gruppo degli Elkann visto che, secondo le indiscrezioni, per l'intero pacchetto comprensivo delle due testate, La Repubblica e La Stampa più le frequenze radio, la cifra richiesta sarebbe di circa 140 milioni di euro. L'obiettivo è di non mettersi sotto il fuoco incrociato delle tensioni delle redazioni già in fermento e la sponda politica. Anche per non indebolire la trattativa, posto che Gedi vuole vendere ma che Kiriakou non ha fretta di comprare. Nelle fasi di due diligence, inoltre, lo stesso gruppo ellenico avrebbe posto anche un secondo problema. E cioè l'esclusione dall'acquisizione della testata torinese. Una condizione che potrebbe essere superata solo con la vendita contestuale della stessa a un altro compratore. In questo senso va considerata l'offerta del gruppo Nem del Nord Est che sarebbe però frenata dall'esosità della transazione. Le fonti de Il Tempo confermano che si starebbe vagliando, per superare l'ostacolo, anche la scesa in campo di un cavaliere bianco, un secondo acquirente per La Stampa, in grado di far superare l'impasse al dossier. Sarebbe invece ancora fuori corsa il gruppo Lmdv che, per rientrare in pista avrebbe messo sul piatto l'ipotesi un rilancio di qualche decina di milioni. Per Gedi, però, una delle discriminanti nella gestione della cessione sarebbe quella di passare gli asset a un editore puro con un know how adeguato per rilanciare la testata romana che come tutti i giornali cartacei sta attraversando una crisi complessa. Una conoscenza che è invece nel dna del gruppo Antenna che, oltre a questo, può usare come credenziali una consolidate presenza internazionale con conoscenze trasversali che vanno dal mondo di Donald Trump a quello di Tony Blair. Nel frattempo i comitati di redazione dei quotidiani del gruppo Gedi stanno pensando a delle iniziative per frenare» l'acquisizione. Fra le ipotesi una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che avrebbe più che altro un significato formale. Anche alla luce del fatto che ieri era prevista una visita del Capo dello Stato alla redazione torinese del quotidiano (come segno di solidarietà dopo il blitz del 28 novembre da parte di alcuni attivisti di un noto centro sociale), visita annullata proprio perché Mattarella non vuole entrare in questioni sindacali. L'altra è chiedere al governo l'uso del golden power, ipotesi appoggiata anche dal Pd, visto che nella trattativa rientrerebbero le tre radio del gruppo (Deejay, Capital e M2O) che trasmettono su frequenze nazionali. Una circostanza curiosa visto che ultimamente sui giornali del gruppo Elkann a più riprese è stato criticato proprio l'utilizzo dello strumento di tutela degli interessi nazionali. Solo per fare un esempio il 28 novembre su La Stampa è uscito l'articolo "Da Unicredit a Montepaschi gli inciampi dello Stato banchiere". Noi tutti ci auguriamo che la vicenda finisca nel migliore dei modi, ma se l'acquisizione dovesse essere scongiurata dal governo tramite l'utilizzo del golden power si tratterebbe di un vero e proprio colpo di scena. Oggi è previsto l'incontro frai vertici di Gedi, i cdr de La Repubblica e de La Stampa con il sottosegretario con delega all'informazione e all'editoria Alberto Barachini.
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