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Gioco pubblico, servono misure urgenti per salvare la filiera fisica
Oggi 17-09-25, 16:42
Un paradosso tutto italiano: i giocatori puntano sempre di più, ma le casse dello Stato incassano sempre meno. È questa l'anomalia emersa dal Forum Acadi 2025, dove è stato presentato il quarto Bilancio di sostenibilità del comparto del gioco pubblico, un documento che mette nero su bianco una verità scomoda per la politica italiana. I numeri parlano chiaro e disegnano un quadro preoccupante: dal 2019 al 2024 la spesa degli italiani nel gioco è cresciuta del 10%, ma il peso del gioco online è passato dal 33% al 59% della raccolta totale. Contemporaneamente, la rete del gioco fisico ha perso 9 miliardi di euro in raccolta, con una riduzione superiore al 30% per gli apparecchi da intrattenimento. Il nodo della disparità fiscale La causa di questa distorsione è evidente: mentre il gioco online ha beneficiato di una riforma che ha ridotto la pressione fiscale e aumentato le vincite possibili, il gioco fisico continua a operare con regole obsolete e un carico tributario maggiore. Gli apparecchi da intrattenimento, pur rappresentando solo il 21% delle somme giocate, garantiscono ancora il 50% degli introiti fiscali del settore. "È una situazione insostenibile", ha denunciato Geronimo Cardia, presidente di Acadi-Confcommercio. "Le nostre aziende sono sentinelle di legalità, non il problema. Ma operano in condizioni di svantaggio competitivo che rischia di farle scomparire". L'allarme delle istituzioni Anche le istituzioni riconoscono l'urgenza della situazione. Mario Lollobrigida, direttore Giochi dell'Agenzia Dogane e Monopoli, ha ammesso la necessità di "misure ponte" immediate: "Il settore degli apparecchi non può continuare a perdere risorse economiche. In queste condizioni, la filiera non potrebbe più fare gli investimenti necessari ad adeguarsi alle nuove norme". Il sottosegretario all'Economia Sandra Savino ha ricordato che "il gioco legale ha un impatto non solo sulla fiscalità ma anche sull'occupazione, con 147mila occupati diretti e 324mila addetti coinvolti nell'intero sistema economico". Il fallimento delle politiche territoriali Il Forum ha evidenziato il completo fallimento delle politiche locali degli ultimi anni. I famosi "distanziometri", i limiti orari e altre misure restrittive imposte da Comuni e Regioni non solo non hanno ridotto il gioco patologico, ma hanno prodotto l'effetto opposto: la migrazione dei giocatori verso canali illegali e online. "Sono inefficaci le iniziative territoriali che si sono moltiplicate creando difficoltà nella pianificazione delle imprese senza raggiungere i risultati sperati", ha sottolineato Savino. In 500 Comuni è scomparso ogni presidio di legalità rappresentato dai punti gioco autorizzati. Il paradosso dell'online illegale Mentre si penalizza il gioco fisico, facilmente controllabile, cresce quello online illegale. "Il gioco illegale sta aumentando, in particolare online, che è difficilmente intercettabile", ha ammesso Lollobrigida. "Durante un recente incontro con colleghi europei all'Aia, abbiamo concordato sulla difficoltà, se non impossibilità, di trovare soluzioni per contrastarlo". Un controsenso che danneggia tanto la legalità quanto il gettito fiscale: il gioco illegale non genera entrate per lo Stato e sfugge a ogni controllo sulla tutela dei giocatori. La riforma attesa Il Parlamento ha approvato una delega fiscale che assegna al Governo il compito di riordinare il settore entro giugno 2026. Ma le divergenze tra Stato e Regioni rischiano di rallentare ulteriormente il processo, mentre la filiera continua a perdere competitività. "Spero che si superino i problemi nel dialogo Stato/Regioni e che già nei primi mesi del prossimo anno ci possa essere qualche novità concreta", ha auspicato Lollobrigida. Tecnologia e responsabilità Il settore è pronto alla svolta tecnologica. Le nuove macchine da gioco integrate con intelligenza artificiale possono riconoscere comportamenti anomali, tutelare i minori e promuovere il gioco responsabile in modo molto più efficace dei divieti amministrativi. "Si deve passare dal gioco come 'male necessario' al 'gioco sicuro'", ha spiegato un rappresentante dei concessionari. "Le macchine evolute abbandonano i limiti esterni, anche abbastanza ipocriti, per garantire un gioco che tutela davvero la sicurezza del giocatore". Le prospettive La strada è tracciata: servono misure ponte immediate per evitare il collasso della filiera fisica, una riforma organica che riequilibri la pressione fiscale tra online e fisico, e il superamento delle normative locali inefficaci a favore di regole nazionali uniformi basate sull'innovazione tecnologica. Come ha concluso il parlamentare Andrea Ruggieri: "Legalizzare il gioco è stata una grande conquista. Ora la politica deve riconoscere la caratura industriale di questo comparto e porre fine a quella stagione paternalistica che ci ha portato al punto in cui siamo oggi". Il tempo delle mezze misure è finito. O si interviene subito con una visione moderna e pragmatica, o si rischia di consegnare definitivamente il settore all'illegalità, con danni irreparabili per lo Stato, i lavoratori e la tutela dei cittadini.
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