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Giornata per la prevenzione del suicidio. al Sant'Andrea l'unico centro dedicato in Italia
Ieri 09-09-25, 06:09
ll 10 settembre si celebra la Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio. Affrontiamo questo delicato argomento con uno dei massimi esperti in Italia e in campo internazionale: il Prof. Maurizio Pompili, Direttore della UOC di Psichiatria dell'Azienda Ospedaliero - Universitaria Sant'Andrea di Roma che da quasi 20 anni è responsabile dell'unico centro dedicato in Italia. Il suicidio nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni è tra le prime tre cause di morte. In Italia si contano circa 4mila casi ogni anno. Dati che destano allarme e preoccupazione. Eppure, si parla sempre con una certa riluttanza di questo argomento. Perché secondo lei? Il tema del suicidio è stato storicamente segnato dallo stigma e dal tabù; nei secoli passati si applicava una condanna ai soggetti suicidi e non esisteva alcuna possibilità di spiegare il fenomeno in termini di cosa accade nella mente suicida. Oggi non affrontiamo il tema con un'etichetta, ma ci riferiamo al dolore mentale del soggetto in crisi. Questo approccio ci permette di scavalcare secoli bui e riferirsi alla possibilità di aiuto e sostegno così alla possibilità di parlarne in termini di prevenzione. Il 10 settembre si celebra la Giornata Mondiale per la prevenzione del suicidio. Quanto è importante questa ricorrenza? È un evento unico nel mondo per unirsi in una mission comune e affrontare il tema sia a livello locale che internazionale. Moltissime nazioni organizzano eventi e attività di sensibilizzazione senza le quali non potremmo contare su un linguaggio comune, sulla possibilità di divulgare informazioni, procedere dunque a maggiore consapevolezza e sostegno. Al Sant'Andrea esiste da circa 20 anni un Servizio per la prevenzione del suicidio. Unico centro in Italia. Cosa offre questa realtà ambulatoriale? Accogliamo soggetti in crisi che si alleano con noi per ridurre la loro crisi fatta di tante componenti, tra cui disturbi mentali, eventi di vita, traumi passati e presenti. Offriamo visite fatte di terapia farmacologica e non farmacologica, progetti terapeutici di sostegno e approfondimento. Il Servizio si propone anche come interlocutore nell'ambito della formazione del personale e della definizione di attività di sensibilizzazione, oltre ad essere uno dei poli più in vista al mondo nell'ambito della ricerca su questo tema. È davvero possibile prevenire il gesto estremo? E come si può essere di supporto? Un vecchio adagio proposto in vari contesti recitava “La prevenzione del suicidio è possibile e riguarda tutti”. L'identificazione precoce dei soggetti a rischio, anche attraverso la conoscenza dei segnali di allarme, permette di guadagnare terreno sul rischio di suicidio. L'utilizzo di terapie mirate è efficace per gestire le crisi suicidarie, ma più di ogni altra azione è mettersi nei panni dell'altro, sostenere chi soffre ed esplorare il dolore mentale. Offrire dunque il proprio ascolto, farsi descrivere da dove deriva la sofferenza, provare a trovare soluzioni alternative e portare il soggetto all'attenzione di un operatore della salute sono solo alcune azioni da attuare. Bisognerebbe approfondire la cultura della prevenzione del suicidio nella popolazione e definire programmi di prevenzione fatti di informazione e formazione a seconda degli ambiti ai quali ci si rivolge.
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