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Giù l'Irpef al ceto medio, il governo accelera
Oggi 19-09-25, 11:16
I conti bisogna ancora farli, la buona volontà però non manca. E forse sì, alla fine il governo Meloni riuscirà ad alleggerire ancora un po' il peso del fisco sulle spalle di quel ceto medio che è diventato la nuova mission dell'esecutivo, per il semplice fatto di rappresentare la spina dorsale dell'economia reale italiana. Come al solito è Maurizio Leo, unitamente a Giancarlo Giorgetti, il gran tessitore della manovra invia di gestazione. Intervenendo a Telefisco il viceministro dell'Economia ha cominciato a plasmare iprimi interventi che vanno nella direzione di un allentamento per i redditi tra i 30 e i 60 mila euro. «Governo e maggioranza si stanno concentrando sulla volontà divenire incontro al ceto medio, sempre compatibilmente con le risorse. Ci si vuole muovere soprattutto nella fascia da 28 a 50 mila euro e quindi portare aliquota dal 35% al 33%. Ed eventualmente allargarci a 60 mila euro», a fronte di una platea interessata di 13,6 milioni di contribuenti. L'obiettivo è dunque quello di includere nel taglio la più ampia quota di redditi possibile. Certo, alla fine sarà tutta una questione di coperture ed è noto il realismo di Giorgetti (che ieri ha smorzato l'ipotesi di consentire all'amministrazione finanziaria l'accesso ai conti correnti per vedere se un contribuente possa saldare i suoi debiti con il Fisco) in materia: senza i fondi necessari, non si possono fare alchimie. Specialmente ora che l'Italia, parola di Goldman Sachs, l'Italia si avvia a tornare a un deficit sotto al 3% entro il 2026. Per questo Leo ha ribadito che per intervenire a favore del ceto medio «bisogna trovare le risorse, quindi questa è un'opera molto complessa anche perché dobbiamo avere i dati sull'economia da parte di Istat, quindi si debbono fare ancora degli affinamenti sul reperimento delle risorse. Però il ceto medio è una priorità avvertita da tutti». Quanto alla sforbiciata in questione, che vale due punti percentuali di aliquota, «la misura si muoverebbe sulla falsa riga di quello che abbiamo sempre detto anche nella delega fiscale, e l'abbiamo già realizzata per i redditi medio bassi, dove abbiamo fatto un intervento periodico, quindi congiunturale solo per il 2024 e abbiamo reso strutturale questa misura, dal 2025 in poi». Leo ha poi toccato un'altra corda, quella dell'Ires premiale, tanto cara a Confindustria. «Penso che si possa lavorare per fare degli interventi migliorativi, come pure verificare alcune precondizioni che attengono, ad esempio, ai dipendenti e alla cassa integrazione. Sono tutti affinamenti che si possono fare e che penso formeranno oggetto di approfondimento da parte del governo».
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