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Gualmini e Moretti rischiano di perdere l'immunità. E la Salis traballa
Oggi 14-05-25, 08:14
Quella che rischia di più è Ilaria Salis. L'eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra potrebbe perdere l'immunità che le ha permesso di uscire dal carcere di Budapest. I reati contestati, aggressione a manifestazioni neonaziste, sono anteriori all'elezione. Ed è proprio questo il punto: secondo la commissione giuridica dell'Europarlamento (la JURI), non ci sarebbe il famoso fumus persecutionis, cioè nessuna prova che la giustizia ungherese voglia colpire l'eurodeputata per impedirle di esercitare il suo mandato. E senza fumo, niente protezione. La verità è che quella candidatura fu politica dall'inizio: la militante di sinistra, già nota per l'occupazione abusiva di immobili, è diventata europarlamentare per sfuggire al processo. Nicola Fratoianni lo ha ammesso implicitamente candidandola in extremis, ben sapendo che la lista Avs avrebbe avuto un seggio certo. Obiettivo: farla uscire di prigione, proteggerla da Viktor Orbán e costruirci sopra un simbolo, da esibire nelle piazze. Operazione riuscita: scarcerazione lampo, volo in Italia, interviste, seggio blindato. Il mandato potrebbe non essere uno scudo retroattivo. A Bruxelles si valuta se la Salis debba tornare sul banco degli imputati. La commissione JURI esaminerà il caso insieme ad altre due richieste di revoca: quelle avanzate dalla procura belga contro Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini, eurodeputate del Pd finite nel secondo tempo del Qatargate. L'udienza è fissata per il 4 giugno. La maxi-inchiesta sulla presunta corruzione da parte di Qatar e Marocco, lanciata a fine 2022 dal giudice Claise, ora sostituito da Aurélie Dejaiffe prossima a nuovo incarico- ha già travolto nomi eccellenti del gruppo S&D: l'ex vicepresidente del Parlamento Eva Kaili, il suo compagno Francesco Giorgi, gli eurodeputati Cozzolino e Tarabella, l'ex leader di Articolo Uno Antonio Panzeri. Tutti sotto accusa per aver intascato soldi in cambio di posizioni più “soft” sui diritti umani nei Paesi del Golfo. Moretti e Gualmini sono state lambite da subito, ma solo adesso entrano nella fase calda. Si sono auto-sospese dal Pd, attendendo il voto della JURI. Entrambe sono al secondo mandato e facevano parte della sottocommissione per i diritti umani (DROI). La veneta Moretti stata considerata all'epoca vicina a Panzeri, era in Qatar nel 2020 insieme a Tarabella, a visitare uno stadio della Coppa del Mondo. E il 14 novembre 2022 partecipò all'audizione-chiave del ministro del lavoro qatariota, Al Marri, senza porre particolari obiezioni. Anche Gualmini era presente, ma non avrebbe seguito le indicazioni ricevute da Giorgi. Ora la commissione giuridica del Parlamento, che nella scorsa legislatura ha già approvato la revoca dell'immunità per Tarabella e Cozzolino, dovrà decidere se togliere lo scudo anche alle due italiane. In quel caso, la procura potrà procedere formalmente. Nessuna condanna, per ora: tutti gli indagati sono stati rilasciati, alcuni con obblighi residui. Dopo mesi di stallo, i giudici belgi provano a riaccendere i riflettori. Il caso Kaili, detenuta per quattro mesi prima di tornare libera, resta un precedente. E se anche il dossier Moretti-Gualmini dovesse arrivare in plenaria a giugno, l'Eurocamera si troverà costretta a votare di Alessandra Moretti Eurodeputata Pd nuovo sullo scandalo che l'ha travolta. Il Qatargate, creduto sepolto, potrebbe tornare a galla con un nuovo squillo di tromba. È quello che sperano i Pm, a caccia di risultati.
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