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Hazanavicious: dopo fronte ucraino racconto la violenza dentro di noi
Ieri 31-10-25, 12:08
Firenze, 31 ott. (askanews) - France Odeon, il festival di cinema francese diretto da Francesco Ranieri Martinotti che si tiene a Firenze, giunto quest'anno alla diciassettesima edizione, ha aperto ufficialmente con Michel Hazanavicius. Il regista premio Oscar per "The Artist" è arrivato in Italia per presentare il suo libro "Carnets d'Ukraine", nato da un viaggio nelle trincee del Donbass. Lì ha incontrato uomini e donne travolti dalla guerra e, attraverso disegni e testimonianze, ha realizzato uno spaccato toccante di umanità resistente. "Quando è iniziata la grande invasione in Ucraina ho organizzato un'asta per vendere oggetti di cinema che appartenevano a registi, attori, attrici e abbiamo raccolto 250mila euro", ha spiegato il regista. "Li abbiamo mandati in Ucraina e sono andato lì. Un militare poi mi ha chiesto se volevo andare al fronte e con questo libro oggi continuo a raccogliere fondi da inviare a loro. Quello che mi ha colpito di più è stato vedere una società esattamente uguale a tutte le altre in Europa, che però è in guerra. Mi ha colpito la consapevolezza che hanno di vivere qualcosa che è più grande di loro, il fatto che sanno che stanno scrivendo una pagina di storia e lo stanno facendo con coraggio e fierezza". Dieci anni fa il regista francese aveva girato un film sulla guerra in Cecenia, "The Search" e anche il suo prossimo, "La Troisième Main", toccherà il tema dei conflitti, anche se attraverso il linguaggio del fantastico. "E' un film fantasy, che comincia durante il primo conflitto mondiale e si sviluppa negli anni '20. - ha detto azanavicius - Tratta soprattutto della violenza che si innesca nei giovani quando li si manda in guerra e della difficoltà a convivere con questa violenza dopo la fine del conflitto. E' un modo anche per parlare della violenza che è dentro tutti noi: oggi non ci sono solo i combattimenti al fronte, viviamo in un mondo dove esistono guerre culturali, economiche, razziste, identitarie e molti di noi sono dentro questi conflitti. E' un film su come conviviamo con questo nemico che è in noi e ci impedisce di vivere".
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