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"I danni di Bologna? Li paghi chi li ha causati". La promessa di Piantedosi
Oggi 24-11-25, 08:58
La bizzarra richiesta avanzata dal Sindaco di Bologna Matteo Lepore - e cioè che a pagare i danni causati dai manifestanti Pro Pal durante la partita di basket Maccabi-Virtus debba essere il Viminale - non è passata inosservata, per quanto sin dall'inizio fosse sembrata più una provocazione che una proposta concreta o fattibile. A rispondere al primo cittadino, che dopo i disordini aveva parlato di «gestione dell'ordine pubblico sconsiderata da parte del Ministero dell'Interno», è stato proprio il numero uno del Viminale, Matteo Piantedosi. Il quale, va da sé, ha rispedito la richiesta al mittente, spiegando chiaramente come un tale approccio ad una vicenda come quella di Bologna sia irricevibile sotto molteplici punti di vista. Parlando, anzitutto, di un ricatto impossibile da accettare, e non solo dallo Stato. «Io credo che tutto questo sottendesse il principio che una squadra israeliana non potesse giocare a Bologna - ha spiegato Piantedosi. Ed era un ricatto che non potevamo accettare». Un principio inaccettabile che ha spinto il ministero a prendere la decisione di non spostare altrove la partita, e non solo per evitare di creare un precedente evidentemente pericoloso. Ma anche perché, come ha evidenziato Piantedosi, «trasferite la partita altrove era l'unica proposta che ci era pervenuta dal Comune», e questo avrebbe significato «solo spostare altrove il problema». Insomma, «non c'era una seria alternativa e non potevamo cedere a coloro i quali minacciavano di fare quello che poi hanno fatto». Perché, ha soggiunto il ministro, «l'esperienza ci insegna che anche altrove ci sono state manifestazioni di questo tipo quando giocano squadre sportive israeliane». Situazioni come queste, infatti, sarebbero il frutto avvelenato «di un pregiudizio ideologico nei confronti dello Stato di Israele», inveratosi nella richiesta di «non fare giocare una squadra israeliana a Bologna». Per tutte queste - ed altre - ragioni, la richiesta del sindaco al Viminale di risarcire gli oltre 100mila euro di danni provocati dalla guerriglia non può avere patria. «Prima di tutto i danni vanno richiesti a chi li ha cagionati», ha chiosato secco Piantedosi.. Ma c'è un altro aspetto che il ministro ha voluto mettere in luce, ovvero quello dei tanti agenti feriti in questa come in altre situazioni simili. «Colgo l'occasione - ha infatti precisato - per ringraziarli per essere un baluardo di democrazia», sopratutto in questo periodo, in cui «queste manifestazioni si sono intensificate» e «qualcuno ha voluto trasferire sul territorio nazionale il conflitto israelo-palestinese come motivo di polemica nei confronti del nostro governo». E a proposito di ordine pubblico e soluzioni possibili per prevenire scenari come l'ultima guerriglia bolognese, è tornata nel dibattito la proposta di istituire una sorta di «Daspo economico», provvedimento in base al quale, banalmente, chi rompe paga. A rilanciare l'idea è stata l'Unione Sindacale Italiana Finanzieri, come peraltro aveva già fatto in altre occasioni simili in passato. «Gli scontri avvenuti durante il corteo contro la partita Virtus-Maccabi - scrive in una nota l'Usif - hanno visto ancora una volta le Forze dell'ordine pagare il prezzo più alto: una ventina di agenti, tra Polizia e Guardia di Finanza, sono rimasti feriti». «Servono risorse reali e strumenti più incisivi - si legge ancora. Per questo chiediamo con determinazione l'introduzione del DASPO economico, una misura che da anni indichiamo come indispensabile per colpire economicamente, in modo mirato e definitivo, chi con azioni dirette o indirette attacca sistematicamente le Forze di polizia e le istituzioni». L'Usif conclude: «Sarebbe una norma altamente deterrente, capace di fermare gruppi e individui che trasformano la protesta in violenza organizzata».
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Il Tempo
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