s
I «Docenti per Gaza» ci provano con i piccoli. Testi ProPal in arabo e Flotilla
Oggi 14-12-25, 07:18
Un insegnante deve essere imparziale. O meglio, dovrebbe. Ci sono casi, come quelli di «Docenti per Gaza» in cui purtroppo il condizionale è necessario. Prima sono finiti nel mirino del Ministero dell'Istruzione dopo gli articoli che abbiamo scritto circa la presenza nelle scuole (priva di contraddittorio) della relatrice speciale Onu Francesca Albanese. Ora spuntano anche iniziative in cui sono coinvolti studenti, sì, ma piccoli. Perché scopriamo che tra il materiale didattico che loro consigliano alla vasta rete di docenti da cui è composto il gruppo, c'è «una nuova risorsa didattica per far conoscere anche ai più piccoli una delle più grandi figure letterarie del mondo arabo e palestinese. Attraverso l'unico racconto per l'infanzia di Ghassan Kanafani, i bambini possono apprendere il suo messaggio di inclusione e accoglienza, più che mai fondamentale oggi che si innalzano muri e si barricano le frontiere, oggi che si vorrebbe limitare - se non eliminare - il meraviglioso e allegro meticciato delle nostre classi, per chiudere le menti in un identitarismo nazionale senza futuro». Ma non finisce qui, perché si legge anche che «l'edizione qui proposta è un libro gioco adatto ad attività con classi ponte tra scuola primaria e scuola secondaria di primo grado, Ma può essere anche raccontata e letta ai bambini delle scuole dell'infanzia». Certo, perché è fondamentale che dei bambini di sei anni comincino a vedere disegni con le scritte in lingua araba, a leggere le parole di chi racconta «la vita dei palestinesi in diaspora e nella Palestina occupata», senza che ci sia il minimo contrappeso dettato dalla conoscenza del mondo israeliano. Ma organizzano anche attività (extrascolastiche?), in cui si scorgono ragazzi contornati da bandiere della Palestina: «Famiglie, associazione DoPòLiSScuola Popolare Ciampino e studenti del Liceo Volterra, uniti in una voce contro il genocidio del popolo palestinese e per la decolonizzazione. Insieme, condividendo parole, la bellissima musica dal mondo de "El trio", e cibo multietnico preparato dalle famiglie del quartiere, ci prepariamo per lo sciopero e la manifestazione di domani», dicevano il giorno prima dello sciopero del 22 settembre. Una rete di insegnanti della scuola italiana costituitasi «nel contesto delle mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese intorno alla petizione lanciata il 20 novembre 2023». Hanno in più occasioni coinvolto la relatrice Onu e portato il tema ProPal all'attenzione di bambini di elementari medie. Ma il 29 novembre ne propongono un altro di testo per i piccoli: «Vi proponiamo un breve testo letterario dell'autrice palestinese Samira Naima Khuri, una metafora letteraria con un linguaggio semplice adatto alle classi della scuola dell'infanzia, Primaria e Secondaria di Primo grado. Il simbolico viaggio di una farfalla che cerca libertà, che desidera volare libera in una natura meno contaminata». Ma forse l'apice lo si raggiunge con la Flotilla: il 26 settembre scrivono «vogliamo essere barchette di pace. Grazie bambini, grazie maestra», ricondividendo un video di “Maestra Chiarù”, ovvero Chiara Vinassa, insegnante di scuola primaria a Torino. Vinassa spiega che «dopo lo sciopero di ieri i bambini mi hanno chiesto il perché della mia assenza. Ho spiegato che nel mondo ci sono tante ingiustizie con popolazioni che vengono oppresse, maltrattate, uccise e lasciate senza cibo. La manifestazione di ieri era in solidarietà di una di queste che è la popolazione dei palestinesi nella striscia di Gaza. Ho raccontato loro che esiste una flotta di che sta andando verso Gaza per portare aiuti umanitari ed esprimere la vicinanza ai Gazawi. Per comprendere meglio la loro missione d'umanità abbiamo guardato il videocartone (della Global Sumud Flotilla) “c'era una svolta”. Ho anche parlato loro di G3N0CIDI0, perché ritengo fondamentale che i fatti vadano nominati col proprio nome: ricordiamoci che a Gaza non c'è solo una guerra. Parlando con delicatezza e attenzione si può trattare qualsiasi argomento anche in tenera età». E a quel punto che decide di fare questa maestra? Di far disegnare agli alunni delle mini-barchette, in una maxi-composizione con scritto «Perché ogni bambino palestinese, ogni bambino del mondo vale come me». Il problema è che sotto i suoi post ci sono decine di altri insegnanti che le chiedono dove reperire il materiale, e che l'insegnante stessa sia una vera e propria attivista, che ha fatto video in collaborazione con la Global Sumud, i cui legami con Hamas sono stati comprovati. La scuola sta diventando un perenne centro sociale ProPal in mano a chi vuole indottrinare i bambini, che non hanno la minima cognizione di cosa siano Israele e la Palestina. Figuriamoci quello che loro definiscono genocidio
CONTINUA A LEGGERE
1
0
0
