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Il cardinale Bagnasco: "I ragazzi si rivolgono a Papa Leone perché li guarda con fiducia"
Oggi 04-08-25, 08:38
Con la Messa celebrata ieri da Leone XIV a Tor Vergata si è conclusa la settimana dedicata al Giubileo dei Giovani, uno degli appuntamenti più attesi e sentiti di questo Anno Santo 2025. L'evento si è collocato quasi esattamente a cento giorni dall'inizio del pontificato di Papa Prevost e Il Tempo ha voluto fare il punto con il cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo emerito di Genova ed ex Presidente della Conferenza Episcopale italiana. Eminenza, si è appena concluso il Giubileo dei Giovani, uno degli eventi più importanti di questo Anno Santo. Come interpreta il messaggio di speranza e fiducia nei giovani d'oggi che Sua Santità Leone XIV ha rivolto alle migliaia di ragazzi e ragazze giunti a Roma da tutto il mondo? "I giovani guardano a Papa Leone perché lui li guarda con fiducia. La sua attenzione non è strumentale, ma sincera. In loro vede non solo il futuro dell'umanità e della Chiesa, ma gli sta a cuore la loro giovane vita. I giovani sono traditi da una atomica di bugie su sé stessi e la vita, l'amore e la libertà, la famiglia. Hanno bisogno non di illusioni, ma di verità. Papa Leone, con chiarezza e mite determinazione, dice a loro le parole che cercano. Non le vecchie parole del mondo, ma quelle di Cristo. Queste invitano ad alzare lo sguardo verso il Cielo per poter così vedere la terra e riconoscerci fratelli". Perché, secondo lei, questo è stato un evento fondamentale nel corso dell'attuale Giubileo 2025? "Ogni evento giubilare è fondamentale se provoca la conversione del cuore e della vita, ma questo lo è soprattutto grazie alla gioia e all'entusiasmo dei giovani". Il ricordo di tutti noi corre velocemente all'analoga celebrazione giubilare dell'Anno Santo del 2000, celebrato da San Giovanni Paolo II. Le immagini di quella sterminata moltitudine di ragazzi sono ancora impresse nella nostra memoria. Cosa dovrebbero recepire del messaggio di Cristo oggi, a 25 anni di distanza, i giovani di questa nuova generazione? "Che cosa è accaduto dal 2000 a oggi? Allora vi era l'euforia del futuro, di un millennio tutto da scrivere. Oggi ci troviamo di fronte a sfide vecchie e nuove, in mezzo a un relativismo di opinioni e di valori che illude di essere più liberi ma in realtà siamo più soli con noi stessi. Siamo dentro ad una deriva antropologica. Risuonano le parole di San Giovanni Paolo II ai giovani: «Non abbiate paura… è Gesù che cercate quando sognate la felicità» (Tor Vergata, 19 agosto 2000, ndr)". Nei giorni scorsi hanno fatto molto discutere in certi ambienti le sue parole sul fine vita seguite al suicidio assistito della giornalista umbra Laura Santi. Qualcuno ha addirittura giudicato come “retrogrado" il suo pensiero. Senza nessuna polemica, lei come risponde a questi attacchi? "Ho semplicemente ricordato la Dottrina della Chiesa che è «madre e maestra di vita», come scriveva San Giovanni XXIII". Tra pochi giorni, l'8 agosto, ricorreranno tre mesi esatti dall'elezione al Soglio di Pietro di Leone XIV. Che impressioni ha di questi primi cento giorni di pontificato? "Fin dal primo momento dalla loggia della Basilica di San Pietro mi ha colpito la sua serenità. È un uomo unificato in sé perché il suo centro è Cristo. Se le turbolenze inevitabili della vita di tutti non trovano un centro alto e vero che le redime e unifica, restiamo interiormente divisi. È difficile anche valutare, decidere o governare". Tanti cattolici credono che con Leone la Chiesa sia tornata finalmente nella scia di quella storia e di quella tradizione che la rendono a tutt'oggi l'istituzione più longeva del pianeta, è d'accordo con questa chiave di lettura? "Ogni Papa, in quanto successore di San Pietro, ha il compito di tenere unita la Chiesa nell'unica fede in Cristo. È questo il filo della continuità petrina e apostolica". Papa Leone sembra essere molto cauto nel prendere decisioni sollecitate anche da molti cardinali in occasione delle Congregazioni Generali pre-conclavarie. Ascolta tutti, riceve tutti, ma sembra voler elaborare con calma e intima tranquillità le istanze a lui sottoposte. "L'ascolto sincero, l'attenta riflessione, la preghiera e il coraggio mi sembrano, finalmente, degli elementi provvidenziali".
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