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Il caso Emilia-Romagna: bilanci in rosso, inchieste e "fuga degli infermieri"
09-07-2025, 17:08
L'Emilia Romagna da fiore all'occhiello della sanità italiana al buco di bilancio, che ora apre i riflettori investigativi e determina la "fuga dei cervelli". Da un lato ci sono le inchieste, quelle aperte sulla Ausl di Parma per la gestione del Covid e quella sugli appalti a Piacenza che coinvolge la direttrice sanitaria Paola Bardasi. Dall'altro la grande fuga degli infermieri, che tra il 2023 e il 2024 hanno lasciato le strutture di Bologna, dopo una formazione regionale che ha previsto costi e investimenti, per tornare al Sud. Defezioni che sono diventate un fenomeno grave, tanto da spingere la Ausl a un'indagine volta a determinare le vere cause delle dimissioni "di massa". Su 129 infermieri fuggiti dall'Emilia, hanno risposto al questionario dell'azienda sanitaria solo 63, soprattutto donne e tra i 31 e i 40 anni. La motivazione più indicata nei questionari è il riavvicinamento alla residenza o il ricongiungimento al nucleo familiare, seguita dal miglioramento delle condizioni di vita lavorativa. Insomma, paradossalmente il controesodo degli infermieri dal Nord al Sud sarebbe determinato dal fatto che gli operatori non ne potessero più dei turni massacranti dell'eccellenza della sanità emiliana, preferendo le strutture più "disagiate" del Meridione perché i turni sarebbero migliori. Inoltre peserebbe sui trasferimenti anche il caro-vita e il costo degli affitti a Bologna. Ora, soprattutto in vista delle ferie, il caso delle defezioni starebbe creando non pochi problemi negli ospedali bolognesi, visto che non si arresta minimamente, anzi sta diventando una vera e propria emorragia: le previsioni per quest'anno parlano di altre 600 cessazioni di dipendenti a tempo indeterminato. Un dato riportato, nei giorni scorsi, dall'Ausl, che ha approvato il bilancio preventivo per il 2025, in cui è prevista una perdita di 117 milioni di euro, in un quadro nazionale "particolarmente critico", con una spesa sanitaria in aumento del 3,6% e un fondo nazionale che cresce dell'1,8%. La soluzione per tentare di arginare il buco nel bilancio sarebbe quella di recuperare i ticket non riscossi. Inoltre l'azienda dovrà reintegrare il personale, perché la circostanza "incide sulla sostenibilità degli assetti organizzativi". Un'altra situazione difficile è quella della Ausl di Piacenza, che ha i bilanci in rosso e un'inchiesta sugli appalti sanitari che pende sul capo del direttore generale. "Bilancio in rosso? Sì, ma l'Ausl non arretrerà sui servizi", ha assicurato la dg Bardasi, la quale guida l'azienda che nel 2024 ha registrato una perdita di esercizio superiore ai 61 milioni di euro. Tra il buco nei conti e l'indagine su una presunta gestione opaca, ormai da settimane si rincorrono voci su un possibile commissariamento. La Regione, però, resta silente.
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