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Il centrodestra corre veloce su premierato e separazione delle carriere. La sinistra impazzisce
Ieri 29-05-25, 18:11
Due riforme costituzionali, entrambe in Aula nel mese di luglio. E una manciata di ore per esaminare in seconda lettura a palazzo Madama un decreto. È il timing fissato dalla maggioranza tra Camera e Senato, che blinda alcuni provvedimenti e imprime un'accelerazione sull'iter di altri, prima del rush finale dei lavori parlamentari che tradizionalmente anticipa la pausa estiva. Le opposizioni insorgono, accusando governo e maggioranza di aver riavviato la "spartizione" tra le forze politiche del centrodestra. L'accusa si riferisce a tre specifici provvedimenti: la riforma costituzionale sul premierato ('cara' a Fratelli d'Italia), la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere (sulla quale preme in particolare Forza Italia) e il decreto Sicurezza (che sta 'a cuore' alla Lega), sul quale si è consumata la lunga maratona in Aula delle forze di minoranza per protestare contro le misure "antidemocratiche e repressive" contenute nel decreto che ha sostituito l'originario ddl, arenatosi al Senato e oggetto dei rilievi del Colle. Dunque, governo e maggioranza si preparano allo sprint. L'intenzione di accelerare emerge parallelamente tra Camera e Senato: in Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, infatti, il governo - riferisce la presidente dei deputati Pd Chiara Braga - ha manifestato la volontà di inserire nel calendario dei lavori del mese di luglio sia la separazione delle carriere - ora all'esame del Senato per la seconda lettura conforme e sulla quale si è consumato lo 'strappo' del 'canguro', che dimezza i tempi di esame degli emendamenti - che il premierato, in stand by da mesi in commissione a Montecitorio e in procinto di subire alcune possibili modifiche rispetto al testo licenziato da palazzo Madama, almeno stando ai rumors di palazzo. Intanto, al Senato, si riuniscono gli uffici di presidenza delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia per approntare le prossime sedute: dall'esito della riunione si profila un iter molto rapido del dl sicurezza, ancora non approvato dalla Camera (il via libera è atteso intorno alle 19): in tutto le commissioni dovrebbero avere tra le tre e le quattro ore. Si parte martedì 3 giugno, alle 13:30, con l'avvio della discussione nelle commissioni. Alle 15 è stato fissato il termine per la presentazione degli emendamenti. Alle 16 dovrebbe prendere il via l'esame delle proposte di modifica. Infine, alle 17 dovrebbe iniziare in Aula la discussione generale sul provvedimento. Alla luce dei tempi ristretti dell'esame, è ipotizzabile che anche al Senato il governo porrà la questione di fiducia sul decreto Sicurezza, come già avvenuto nel passaggio alla Camera. "C'è una mortificazione non solo del Parlamento ma anche dell'esercizio dei diritti fondamentali dei cittadini", tuona il capogruppo dem in Affari costituzionali, Andrea Giorgis. "I tempi per la discussione del decreto sicurezza sono scandalosi", gli fa eco il capogruppo Avs, Peppe De Cristofaro. "In questo modo il Senato non avrà il tempo di approfondire un provvedimento molto controverso e su cui si moltiplicano le voci contrarie. La maggioranza ha fretta", osserva. "Non siamo neanche più al monocameralismo alternato, ma direttamente al Direttorio, che si vara da solo le leggi", attacca Dafne Musolino, capogruppo di Italia Viva in Commissione.
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