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Il cinema finisce sotto inchiesta: oltre 120 film segnalati alla GdF. Stretta di Giuli
Oggi 23-06-25, 14:39
Costi anomali, pellicole “fantasma” e documentazione incompleta. Sono questi i motivi che hanno spinto il ministero della Cultura a segnalare alla Guardia di Finanza, nell'ultimo anno e mezzo, oltre 120 film sospetti che hanno beneficiato del tax credit. L'obiettivo è verificare possibili irregolarità nei flussi di denaro, nelle fatture e nelle spese dichiarate. Il tax credit, introdotto dall'ex ministro Dario Franceschini per sostenere un settore in crisi, copriva fino al 40% dei costi senza un tetto massimo, favorendo in alcuni casi contributi molto elevati legati a spese gonfiate. Alcune produzioni con costi superiori ai 15 milioni di euro hanno ricevuto contributi superiori a 4 milioni, ma hanno incassato al botteghino appena 13 mila euro, attirando così l'attenzione delle autorità. Attualmente, riferisce Il Giornale, sono aperti una decina di fascicoli in Procura, senza indagati né ipotesi di reato, in seguito a esposti presentati da varie parti, tra cui quello più rilevante dell'avvocato Michele Lo Foco. Le somme coinvolte si aggirano intorno ai 200 milioni di euro e riguardano film di grandi nomi come Nanni Moretti, Paolo Virzì e Denzel Washington, tutti estranei alle indagini. Il ministero della Cultura ha stretto una collaborazione con la Guardia di Finanza, segnalando ogni pellicola sospetta e aggiornando costantemente la lista. Le nuove norme, introdotte prima dall'ex ministro Gennaro Sangiuliano e ulteriormente inasprite dall'attuale ministro Alessandro Giuli, mirano a evitare abusi e sprechi. Tra i casi più clamorosi quello del presunto killer di Villa Pamphili, a cui sarebbe stato erogato un contributo di 863 mila euro per un film di cui però al momento non si hanno certezze sulla reale produzione. Il ministero sottolinea che la documentazione risultava in regola e che non spetta a loro verificare l'autenticità delle fatture o delle assunzioni delle troupe. Ma qualora emergessero irregolarità, anche il contributo a quel film potrebbe finire nel mirino della Procura con possibili accuse di truffa ai danni dello Stato. La stretta è arrivata ed è ben reale.
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