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Il collettivo del Mamiani dichiara guerra a Valditara: "Occidente in rotta di collisione"
Oggi 23-08-25, 11:36
Le temperature scendono, la riapertura delle scuole si avvicina e gli studenti pensano a qualche nuovo stratagemma per dichiarare guerra al governo e al ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. A mettersi sulle barricate, questa volta, è il collettivo auto-organizzativo del liceo romano Terenzio Mamiani, che, forte del sostegno del KSA (Kollettivo Studentesco Autonomo) di Torino, annuncia gli intenti della sua nuova "battaglia" via social e dà appuntamento al 6 settembre. "La società odierna è in crisi, la precarietà è alle stelle e il costo della vita si alza sempre di più: l'Occidente è in rotta di collisione e la nostra classe dirigente cerca una scappatoia per riuscire a tenere strette le redini dell'Impero. Come? Attraverso la riconversione bellica", si legge nelle prime righe del post. Per capire che si tratta dell'ennesimo pretesto per mettere in subbuglio aule e creare tensione a scuola, basta poco. Emblematica è infatti la foto scelta a corredo del testo di denuncia: sedie e banchi accatastati, sfondo nero e la scritta rossa "guerra a Valditara". Alla base di questa mobilitazione, stando a quanto si legge, ci sarebbe il ripristino di un "direzionamento delle forze produttive e sociali, in momenti di crisi, verso l'industria delle armi, unico modo per il Capitale di continuare ad accumularsi e mantenere il proprio dominio". Non solo: l'esecutivo sarebbe responsabile, per il collettivo, di impegnarsi a creare "consenso ideologico tra i giovani" e "forza-lavoro con poche pretese da impiegare nel settore della produzione bellica". Un discorso fuori dal tempo e suggerito più dai condizionamenti della galassia antagonista che dalla realtà dei fatti. A finire nel mirino è, come da copione, il ministro Valditara (i cui meriti sono stati ampiamente riconosciuti e documentati con i numeri alla mano) per aver trasformato la scuola italiana in una "fabbrica di capacità umana povera e settorializzata". Non può mancare il delirio ProPal. Dalla riforma dei programmi didattici all'insegnamento della storia: tutto sarebbe pensato per sfruttare le giovani menti in funzione della produzione bellica e pro Israele. Non finisce qua. La dichiarazione di intenti del collettivo del Mamiani va avanti e rispolvera alcuni cavalli di battaglia degli studenti poco interessati allo studio. "Un'altra componente centrale della conversione bellica è il disciplinamento che viene imposto sempre di più nei luoghi di formazione. Ne è un esempio la riforma del voto in condotta o quella, recentemente promessa dal Ministero, sull'esame di maturità, volte a normalizzare la stretta repressiva necessaria a contenere le possibili emersioni di alterità ai loro progetti di distruzione", scrivono, giustificando così la loro prossima "insurrezione". "Organizzarci nelle scuole è ora più che mai necessario per costruire dimensioni organizzate studentesche di massa che dichiarino guerra a chi la guerra vuole portare. Partecipa anche tu all'assemblea sulle scuole che si terrà il 6 settembre a Venaus, per organizzare forme di lotta concrete che dalle scuole siano in grado di inceppare la macchina bellica", concludono.
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Il Tempo
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