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Il ritorno del marziano Marino: “Sfido Gualtieri”. L'ex sindaco in tour a Roma
17-05-2025, 07:30
Il «marziano» Ignazio Marino è pronto a tornare a Roma e per il sindaco Roberto Gualtieri, ma in generale per la sinistra capitolina, potrebbe essere un bel problema. L'europarlamentare di Europa verde, primo cittadino della Capitale fino a ottobre 2015 (quando i consiglieri del Pd lo hanno fatto cadere firmando le dimissioni dal notaio), dall'inizio del mandato a Bruxelles non risparmia a Gualtieri critiche pesanti, soprattutto sul termovalorizzatore previsto all'estrema periferia della città. Ma ora dalle parole Marino è pronto a passare ai fatti. E punta al ritorno in Campidoglio. Oggi sarà al mercato di Val Melaina per iniziare il tour dei quartieri che culminerà, a settembre, con un'assemblea pubblica «per discutere le nuove idee per Roma con tutti coloro che hanno partecipato alla campagna», hanno spiegato i portavoce provinciali di Ev Marta Bevilacqua e Valerio Zaratti (figlio del deputato Filiberto, altro oppositore del Campidoglio sui temi ambientali e urbanistici). Un'iniziativa che ha il sapore di un assaggio di campagna elettorale. Del resto è ormai qualche tempo che Marino si fa vedere lì dove il dissenso verso Gualtieri, che vuole il bis nel 2027, si è fatto protesta esplicita. Ad esempio a Casal Selce, vicino alla ex discarica di Malagrotta, dove il Campidoglio vuole costruire un biodigestore per i rifiuti organici. Il 29 marzo Marino ha incontrato i cittadini infuriati insieme a Filiberto Zaratti, a esponenti dell'Arci di Roma e alla capogruppo capitolina del Movimento 5 Stelle, Linda Meleo. Con i 5 Stelle e Avs Marino condivide anche il no allo stadio della Roma a Pietralata, altro progetto su cui Gualtieri punta, e parecchio, per la rielezione. Il rischio però è che oltre alla sinistra il «marziano» riesca a spaccare pure i pentastellati, visto che batte sui loro temi, e che tra loro c'è chi nel 2027 vorrebbe accodarsi a Gualtieri e chi invece è disponibile all'alleanza solo con un altro candidato sindaco. Poi ci sono gli atti da europarlamentare, come quando a marzo Marino ha chiesto un'azione di censura contro l'Italia proprio sul termovalorizzatore di Roma. Un impianto difeso, o tollerato, dal Pd romano, che peraltro soprattutto in Area dem ha qualche riserva sulla gestione del Campidoglio. E infine ci sono i post, tantissimi, che l'ex sindaco dedica a Roma e all'attuale primo cittadino. «Oggi, al Consiglio federale di Europa verde - ha scritto l'11 maggio - ho scelto di ribadire da che parte stiamo: quella del futuro, delle nuove generazioni, del pianeta». Un futuro «che non ha bisogno a Roma di un inceneritore che brucia 600 mila tonnellate». Non si può «restare in silenzio», secondo Marino «davanti a chi ha dimenticato cosa significhi davvero essere di sinistra». Senza dubbio un tratto distintivo di quel lato della barricata sono le scissioni. Punto di rottura per il fedele alleato di Gualtieri, Avs, è stato il brusco rimpasto di giunta con l'ingresso di Massimiliano Smeriglio, esponente della storica sinistra capitolina che appoggia il bis del sindaco. Ecco allora che l'ala di Europa verde ha iniziato a puntare sul «marziano» organizzando, fuori dal Palazzo, un fronte di opposizione al Campidoglio che spacca anche il Movimento 5 Stelle. Dai comitati anti-inceneritore a quelli anti-stadio fino alla galassia dei movimenti pro-occupazioni abusive. Ma a Roma Marino - che alle ultime Europee ha preso quasi 25 mila voti - potrebbe diventare un problema anche per il Pd, tra chi diffida di lui e lo considera «non controllabile» e chi, oggi, ricorda la defenestrazione del 2015 con un certo imbarazzo. «Il momento più basso del partito», commentano fonti dem romane. Ma la vendetta, si sa, è un piatto che va servito freddo. Magari «azzoppando» un sindaco uscente.
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