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Il sondaggio La7 causa gli incubi a Schlein: la distanza da Fratelli d'Italia è siderale
Oggi 30-09-25, 09:18
Nei sogni dei progressisti questo autunno sarebbe dovuto essere la stagione del riscatto. Tutto sfumato ieri con i risultati elettorali che sono arrivati dalle Marche che hanno sancito una clamorosa batosta per il cosiddetto campo largo. Neanche l'unione di vari partiti del centro-sinistra, infatti, è riuscita a battere il centrodestra che all'appuntamento elettorale si è presentato compatto e forte. Schlein e compagni speravano di strappare la regione a Fratelli d'Italia. Anche perché a guidarla c'è un fedelissimo di Giorgia Meloni. Un successo qui sarebbe stato per loro di buon auspicio in vista delle prossime votazioni che si terranno in Calabria, Veneto, Toscana, Campania e Puglia. I progressisti ambivano a portare a casa un 5-1 in loro favore (l'unica regione data per persa fin dall'inizio della corsa elettorale è quella guidata da Luca Zaia). Ma così non sarà. Un 4-2 finale per il campo largo sarebbe un risultato non particolarmente soddisfacente. Un pareggio, poi, avrebbe tutto il sapore di una sconfitta. Pesante e imprevedibile. Soprattutto perché dimostrerebbe che il campo largo non funziona. In politica non basta unire le forze per battere l'avversario. Ma serve altro. Come se non bastasse, un'altra brutta notizia per i progressisti arriva dal tradizionale sondaggio del lunedì di Swg per il Tg La7 che fotografa le intenzioni di voto in caso di elezioni al 29 settembre 2025. I dati parlano chiaro. Fdi, nonostante tre anni di governo e i continui attacchi subiti dalle opposizioni, resta saldamente il primo partito italiano. Anzi, i suoi consensi aumentano rispetto all'ultima rilevazione effettuata la scorsa settimana. Il partito di Giorgia Meloni, nel giorno in cui il centrodestra ha vinto le Regionali nelle Marche, ha guadagnato lo 0,3%, salendo così al 30,5%. Fdi, per di più, aumenta le distanze dal Pd di Elly Schlein che cresce solo dello 0,2% e arriva al 22,1%. Progresso analogo per il M5s di Giuseppe Conte, ora al 13,7%. I dati, in sostanza, dimostrano che non basta criticare quotidianamente gli avversari per poter sperare di raccogliere preferenze, magari tra chi è indeciso. Alle spalle dei primi 3 partiti è quasi tutto fermo. La Lega rimane al 9%, mentre Forza Italia non si sposta dall'8%. Male Avs che cede lo 0,2% e scende al 6,5%. In calo di uno 0,1% +Europa (1,9%). Iv di Matteo Renzi resta al 2,2%. Fuori dai due schieramenti c'è Azione che, calando dello 0,2%, scende al 3,1%. In aumento il dato degli indecisi e astenuti che ora sono il 32% (+3% in una settimana).
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