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Il sottosegretario Butti: "L'Italia è centrale nello sviluppo del più grande hub quantistico"
Oggi 30-10-25, 08:36
Un memorandum storico che porta l'Italia al centro dei computer quantistici, nuova frontiera dell'informatica. Ne parla a Il Tempo, Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all'innovazione. Il protocollo è stato firmato al Comolake 2025 chiuso nelle scorse settimane. Cosa rappresenta il memorandum? «Per la prima volta si incontrano due colossi mondiali del quantum, un'azienda americana e una canadese – IonQ e D-Wave – per dare vita al Quantum Alliance, il primo e più grande hub quantistico del mondo, che sarà realizzato in Lombardia». Che valore ha questo progetto per la Lombardia e per l'Italia? «Ha uno straordinario valore, soprattutto perché – ancora prima di parlare del progetto sul piano tecnologico – va sottolineata la visione. Una visione perfettamente coerente con la strategia adottata dal governo, presentata dapprima nel Comitato interministeriale e poi in consiglio dei ministri. Il fatto che i principali produttori di due tecnologie quantistiche complementari e mai integrate prima abbiano scelto l'Italia per sviluppare insieme un'infrastruttura di tale portata è motivo di grande soddisfazione per il governo. Abbiamo lavorato nei mesi scorsi per costruire le condizioni favorevoli, aprendo tavoli di confronto con tutti gli attori internazionali e nazionali. È importante chiarire che si tratta di una visione aperta, non di un'iniziativa elitaria: due grandi aziende aprono le loro tecnologie, assumono ricercatori, collaborano con le imprese italiane, le università, il mondo della ricerca. Portano investimenti significativi, nel rispetto delle condizioni poste dall'Italia, e questo rende il progetto ancora più rilevante. In questo contesto, la sovranità digitale – in particolare quella legata al quantum computing – resta un obiettivo strategico centrale per il governo». Negli ultimi tre anni c'è stato un cambio di passo: l'Italia è oggi un Paese più attrattivo per gli investitori, e molti sono i risultati raggiunti anche grazie al Pnrr. Qual è il bilancio del governo su questi fronti? «Sì, ci sono due aspetti da evidenziare. Il primo riguarda la digitalizzazione. Mi fa piacere ricordare che il mio dipartimento – quindi la presidenza del consiglio – ha raggiunto tutti gli obiettivi, target e milestone del Pnrr fino ad oggi. È un risultato determinante, frutto di un lavoro condiviso e strutturato. Il secondo punto riguarda i riconoscimenti esterni, che non ci siamo assegnati da soli, ma che ci vengono attribuiti da fonti autorevoli come la Commissione europea. Un esempio concreto è la digitalizzazione dei servizi sanitari, dove oggi l'Italia è sopra la media europea, superando Paesi importanti come Francia e Germania. Un altro indicatore è il famigerato (fino a poco tempo fa) indice Desi, che oggi finalmente sorride all'Italia. Il processo di digitalizzazione è concreto e gli italiani iniziano a percepirne i benefici, anche nella relazione quotidiana con la pubblica amministrazione. Oggi lo Stato non è più solo burocrazia, ma un alleato, un interlocutore che semplifica, che ti aiuta a risparmiare tempo. E oggi, insieme ai dati, il tempo è una delle risorse più preziose della nostra modernità». Il XXI secolo sarà il secolo del quantum, l'Italia potrà avere un ruolo strategico, potrebbe essere l'alba di un nuovo rinascimento? Il progetto Quantum Alliance, così come i risultati ottenuti sul fronte digitale e del Pnrr, dimostrano che l'Italia è sulla strada giusta: capace di attrarre investimenti, costruire alleanze strategiche e restare protagonista nei settori tecnologici del futuro.
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