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Il Superbuco M5S da 150 miliardi. E ora ci paghiamo anche la moschea
Ieri 02-07-25, 07:40
Quello del superbonus è stato un fallimento, si sa, e a rimarcarlo per l'ennesima volta è stata la Corte dei conti. La misura, tanto cara a Giuseppe Conte ed al Movimento 5 stelle, uno dei punti cardine della campagna elettorale dei pentastellati alle ultime elezioni Politiche del 2022, capace di fare acchiappare preziosi consensi, in particolare al Sud, alla fine si è rivelata un flop, come certificato dai giudici contabili. Uno spreco di risorse, dunque, tanto che non c'è stato alcun effetto positivo o taumaturgico, sulla crescita economica, sull'occupazione e sulla transizione ambientale. I risultati sono stati drammaticamente ben altri. Ovviamente, non c'è stato da parte di Conte alcuna autocritica: anzi, l'ex premier ha parlato di una norma che ha ridotto il debito ed aiutato lo sviluppo del Paese. Molto meglio, poi, per il leader del M5s, concentrare la propria attenzione su altri argomenti e dissertare, usandola come arma di distrazione di massa, lo ha fatto pure ieri, sull'intesa raggiunta in sede Nato sul graduale incremento delle spese militari fino al 5% del Prodotto interno lordo. «L'avevamo detto, l'ha confermato la Corte dei conti: il superbonus del 110%, tanto acclamato dal governo Conte, è stato la rovina per le finanze dello Stato facendo aumentare notevolmente il debito pubblico, salito al 135,3% - osservava qualche giorno fa la deputata di Fratelli d'Italia, Mariangela Matera, componente della commissione Finanze a Montecitorio - Non vi è stato alcun beneficio nel lungo termine, non è stato moltiplicatore di Prodotto interno lordo, ma una vera bolla, con il conseguente aumento dei costi di costruzione che hanno toccato vette da capogiro (oltre il 40%) con ricaduta negativa sugli appalti pubblici. Nessun volano di crescita e nessun posto di lavoro regolare generato. E' questa la politica giusta dei 5 Stelle che hanno solo creato assistenzialismo e contribuito a impoverire l'Italia?». Sulla stessa lunghezza d'onda è il senatore Michele Barcaiuolo, capogruppo sempre di FdI in commissione Esteri e Difesa di palazzo Madama. «Ora lo dicono anche i giudici contabili: il superbonus ha avuto effetti devastanti sul bilancio dello Stato, contribuendo all'esplosione del rapporto debito/Pil - sottolineava il parlamentare di Fratelli d'Italia -. La misura voluta da Giuseppe Conte ha generato un buco nei conti pubblici che si attesta sui 150 miliardi ed è destinato a crescere ulteriormente. Altro che "moltiplicatore di Pil": si è trattato di un disastro annunciato. Quella varata dall'allora premier è stata una misura scriteriata, priva di tetti, controlli e sostenibilità che ha aperto una voragine nei conti pubblici. Una follia redistributiva che ha preferito i proprietari di immobili di pregio, gonfiato i prezzi dei costi di costruzione (+40%), drogato il settore con lavori d'urgenza, subappalti incontrollati e rischiando ora di lasciare sul campo una valanga di lavoratori precari. Inoltre, il blocco della cessione dei crediti ha paralizzato la liquidità di migliaia di imprese, portando alla sospensione di numerosi cantieri e, in diversi casi, al fallimento». Barcaiuolo proseguiva: «E non osiamo immaginare cosa accadrà quando scatteranno i controlli sulla congruità tra i fondi spesi e le reali migliorie apportate. Il superbonus non ha rilanciato l'edilizia: l'ha distorta. Una patrimoniale al contrario che non ha aiutato i più fragili, ma ha premiato chi poteva già permettersi di ristrutturare; non ha migliorato la competitività, ma ha svuotato le casse dello Stato. Il governo ha avuto il coraggio di porre fine a questo scempio. Invece di continuare a strumentalizzare ogni tema, compresa la sicurezza nazionale, per il solito populismo d'accatto, o stracciarsi le vesti per i diritti dei lavoratori che i suoi stessi provvedimenti hanno penalizzato, Conte farebbe meglio a prendere atto della realtà e chiedere scusa agli italiani: per ogni euro sperperato, per ogni impresa lasciata senza liquidità, per ogni famiglia illusa e tradita». A confermare che c'è qualcosa che non va è anche la vicenda legata alla realizzazione della nuova moschea di Roma, più precisamente a piazza delle Camelie, a Centocelle. La seconda più grande moschea della Capitale, infatti, vedrà la luce, oltre ai 4 milioni di euro provenienti dal Qatar, grazie anche ad un milione e 834 mila euro proprio del superbonus.
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