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"In Italia pericolo islamizzazione". L'allarme di Anna Maria Cisint
16-04-2025, 10:52
La vittoria del centrodestra a Monfalcone dimostra la ferma volontà dei cittadini di porre un freno alle tendenze estremiste del partito islamico guidato da Soumahoro e Konate. All'indomani del voto, però, Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega ed ex sindaco di Monfalcone, esorta a non abbassare la guardia. Le comunità islamiche, infatti, annunciano la volontà di continuare a sfidare le leggi e l'ordinamento dello Stato italiano, imponendo le regole illiberali della Sharia. Per questo è necessario proseguire nella battaglia politica per la legalità e la dignità. "Che il pericolo di islamizzazione sia concreto, reale e quanto mai pericoloso lo dimostrano le reazioni che le rappresentanze dei musulmani, come l'Ucoii e il partito islamista capeggiato da Soumahoro e da Konate, stanno avendo dopo lo schiaffo ricevuto dai cittadini di Monfalcone, la città simbolo in cui si è manifestata la prepotenza islamica e nella quale i cittadini hanno dato un voto plebiscitario alla Lega e al centrodestra che si oppongono a queste prevaricazioni - dichiara l'europarlamentare leghista - Le posizioni di queste frange musulmane che apertamente annunciano la volontà di continuare a sfidare le leggi e gli ordinamenti del nostro Stato e a imporre le regole illiberali e opprimenti della Sharia mostrano il vero volto di un disegno che punta alla sottomissione del nostro Paese, contando sulle complicità che vengono dalla cultura di sinistra e dagli appoggi degli ambienti pseudo umanitari". "Chi, come nel mio caso, si espone in una battaglia politica per la legalità e la dignità dando voce alle istanze dei nostri concittadini, diventa il bersaglio principale di denigrazione, di polemiche e di minacce neppure tanto velate. L'insegnamento del voto di Monfalcone che va preso ad esempio a livello nazionale è che chi si assume la responsabilità di chiedere il rispetto delle nostre regole, si oppone alla diffusione di centri islamici e moschee illegali, pretende sicurezza nei confronti di chi predica la violenza e il rispetto delle donne, può contare sulla forza del consenso della generalità degli italiani che chiedono di porre un freno a un immigrazione fuori controllo. Le reazioni islamiche al voto invece mostrano che non si deve abbassare la guardia, nel nostro Paese come in Europa, e che si deve proseguire a porre un freno alla tolleranza verso comportamenti inaccettabili per la nostra convivenza. I cittadini di Monfalcone hanno premiato un percorso serio e concreto di rinascita, frutto di anni di impegno per restituire dignità alla città e rispetto al territorio, alla storia e ai nostri valori. Proprio quel rispetto che, invece, è mancato da parte di una porzione radicale – e purtroppo maggioritaria – della comunità islamica locale". "A Monfalcone ci troviamo di fronte a una frangia islamista che rifiuta l'integrazione, che si chiude a riccio dietro tradizioni patriarcali. Lo vediamo ogni giorno: donne costrette a stare tre passi indietro agli uomini, interamente velate, che difficilmente parlano italiano. E lo vediamo, poi, nella sistematica ostilità verso il principio di legalità, come dimostrano i casi delle moschee abusive, dove continuano a rifiutare l'applicazione di quelle regole democratiche uguali per tutti, anche dopo le sentenze definitive del Consiglio di Stato. Anche gli episodi di questi giorni mostrano la necessità di una remigrazione degli stranieri che delinquono e che quando escono dalle condanne ricevute diventano nuovamente agenti di criminalità. L'Ucoii anziché sparare sentenze contro una comunità – quella monfalconese – che si è espressa in modo chiaro e netto attraverso le urne, deve rispettare il principio che chi vive nel nostro Paese è chiamato ad adeguarsi alle nostre regole e non il contrario. E' tempo da parte dell'Ucoii di fare chiarezza sul perché non si sottoscrive l'intesa prevista nella Costituzione e di fare trasparenza sulle moschee, sui loro finanziamenti e i loro predicatori. Da Monfalcone arriva il segno inequivocabile della volontà dei nostri connazionali che va rispettato e onorato senza ambiguità da chi vuole difendere l'identità nazionale a ogni livello, locale, nazionale e in Europa".
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