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Iniziato il processo per truffa aggravata a Chiara Ferragni sul pandoro-gate
Oggi 23-09-25, 12:22
Si è aperto questa mattina il processo per truffa aggravata a carico di Chiara Ferragni, epilogo dell'inchiesta relativa al “pandoro-gate” e delle uova di Pasqua solidali. L'udienza, che è solo un passaggio tecnico per la costituzione delle parti, si è svolta davanti alla terza sezione penale del Tribunale di Milano, presieduta dal giudice Ilio Mannucci Pacini. Come anticipa Repubblica, l'influencer non era presente in aula. Oltre all'imprenditrice, sono stati convocati anche il suo ex braccio destro Fabio Maria Damato, la manager Alessandra Balocco, scomparsa di recente, e il presidente del cda di Cerealitalia Francesco Cannillo. Le accuse nei confronti di Chiara Ferragni Al centro dell'inchiesta c'è la presunta pubblicità ingannevole legata alle vendite, avvenute tra il 2021 e il 2022, del pandoro Balocco “Pink Christmas” e delle uova di Pasqua prodotte da Ceralitalia, un marchio di Dolci Preziosi. In estrema sintesi, gli imputati sono accusati di aver fatto credere ai consumatori che, acquistando i due prodotti dolciari, rigorosamente griffati Ferragni, avrebbero contribuito a una raccolta fondi benefica volta a finanziare, in un caso l'acquisto di un'incubatrice per l'ospedale Regina Margherita di Torino, nell'altro un progetto per i ragazzi disabili dell'associazione “I bambini delle Fate”. “Ingiusto profitto per 2 milioni di euro” La Procura contesta alle società di Ferragni un “ingiusto profitto” del valore complessivo di 2 milioni e 225mila euro. E nello specifico, per la campagna “Pink Christmas”, un milione e 75 mila euro, per l'altra legata alla vendita delle uova di Pasqua, un milione e 50mila euro. Inoltre, sempre secondo l'accusa, ci sarebbe stato “un ritorno di immagine” per l'influencer non quantificabile. Tuttavia l'imprenditrice, come precisa ancora Repubblica, finora ha versato 3,4 milioni di euro tra donazioni e risarcimenti all'Antitrust. Inoltre, a dicembre dello scorso anno, ha stipulato un accordo con il Codacons, l'associazione dei consumatori, che prevede un risarcimento di 150 euro per i presunti trecento acquirenti danneggiati e il versamento di 200 mila euro in favore di un'associazione che garantisce assistenza alle donne vittime di violenza. Cosa c'è agli atti dell'inchiesta Agli atti del fascicolo per truffa aggravata ci sono, tra l'altro, le comunicazioni via mail intercorse tra lo staff di Ferragni e i responsabili delle aziende coinvolte. Come, ad esempio, lo scambio di mail tra il responsabile marketing di Cerealitalia, l'azienda delle uova di Pasqua che avrebbe dovuto contribuire alla causa promossa dall'associazione “I bambini delle fate” e il team dell'influencer. “Il nostro suggerimento è di eliminare la frase ‘usiamo Pasqua per fare del bene', - scrive Cerealitalia - l'incipit è un po' troppo sensibile rispetto al tema e alla modalità di sostegno progettuale condivisa”. Lo staff di Ferragni replica: “Chiara ci tiene a utilizzare la dicitura ‘A Pasqua facciamo del bene'”. E il responsabile marketing dell'azienda risponde: “È fuorviante in quanto passerebbe l'errato concetto che acquistando l'uovo si sostiene la causa benefica, ma in realtà la modalità di sostegno al progetto solidale è diversa, in quanto esula dal numero di uova vendute”.
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