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"Io imputato con Alemanno vi spiego perché è innocente", la lettera di Buzzi
Oggi 09-09-25, 12:18
Caro Direttore, ho avuto modo di leggere con molto ritardo l'articolo di Gianni Alemanno sul Dubbio, in carcere non è facile tenersi informati. Mi ha colpito molto la frase: «Anche chi è innocente può curare una ferita che non ha causato e trasformare il dolore in consapevolezza». Le scrivo queste righe perché io so per certo che Alemanno è innocente, sono il suo coimputato ed entrambi siamo stati condannati per un fatto non commesso, o meglio, inesistente. Quando la mattina del 2 dicembre 2014 venni arrestato con enorme clamore, insieme ad altre 40 persone, con l'accusa di aver costruito una cupola mafiosa che controllava e condizionava il Comune di Roma, altre 60 persone furono indagate a piede libero e perquisite con la stessa accusa e fra questi vi era anche Gianni Alemanno. La tesi dell'accusa era quella che io a capo di una cooperativa sociale (la 29 Giugno) con la complicità di Massimo Carminati, che conosceva Alemanno, avessi condizionato e depredato il Comune di Roma. Al processo, dopo oltre 320 udienze e dopo aver ascoltato oltre 300 testimoni da noi citati dimostrammo: che non vi era stato nessun condizionamento o intimidazione; che Carminati nemmeno conosceva Alemanno; che gli appalti incriminati per corruzione e/o turbativa d'asta, sommavano poche centinaia di migliaia di euro; che il bilancio del Comune di Roma è di 7 miliardi di euro; che io e la cooperativa 29 Giugno stavamo nel campo della sinistra: che con l'amministrazione Alemanno avevamo un rapporto conflittuale tanto da aver organizzato nel corso della sua sindacatura numerose e rumorose manifestazioni di protesta. Durante il processo negai risolutamente di aver dato soldi ad Alemanno in cambio di favori o facilitazioni, meno che mai in nero e che avevo soltanto finanziato, come per tanti altri esponenti politici di entrambi gli schieramenti, ma con netta prevalenza della mia parte politica, iniziative elettorali rendicontando sempre le somme erogate. Noi arrestati il 2 dicembre fummo processati subito con il giudizio immediato perché la prova della mafiosità era evidente secondo la Procura, tanto evidente che alla fine fummo assolti (sic), tutti gli altri, quelli indagati a piede libero, furono processati a piede libero furono processati a parte con riti normali. Io testimoniai al processo di primo grado di Alemanno, ovviamente non venni creduto. Alemanno fu condannato a 5 anni, in Appello addirittura aumentati a 6 anni per corruzione; la Cassazione accolse il ricorso della difesa e ordinò un nuovo processo di appello, dove Alemanno è stato condannato a un anno e dieci mesi per traffico di influenze consistito nell'aver favorito un pagamento legittimo (come scritto in sentenza) di Eur spa verso la mia cooperativa. Questa lunga premessa è necessaria per raccontare la vicenda che ha originato la condanna. Nel novembre 2012 la mia cooperativa vantava un credito verso Eur spa di 6 milioni di euro per lavori di manutenzione del verde effettuati, credito scaduto da oltre 12 mesi e che doveva da tempo essere pagato. Nel 2012 al governo c'è Mario Monti, lo spread è a livelli altissimi, le banche hanno chiuso i rubinetti del credito e io mi affannavo per farmi pagare i crediti, specie a novembre quando tutti gli imprenditori sanno bene che il mese seguente dovranno fare fronte al pagamento di stipendi e tredicesime con la duplice imposizione Irpef e Inps. L'amministratore delegato di Eur spa era a quel tempo Riccardo Mancini, uomo di fiducia del sindaco Alemanno, con il quale avevo buoni rapporti. Mancini, da me sollecitato, mi aveva promesso che per dicembre avrebbe liquidato 2 milioni di euro, un terzo del credito vantato. Per ottenere un pagamento migliore, almeno la metà dell'importo, chiesi un appuntamento ad Alemanno che incontrai a fine novembre nel suo ufficio, alla presenza di almeno altre 4-5 persone: fu un incontro molto frettoloso e Alemanno mi assicurò il suo interessamento. La brevità dell'incontro e come si svolse è documentato nelle tante intercettazioni dove io raccontavo ai miei collaboratori l'incontro. Secondo la tesi dell'accusa, io in questo contesto, in un incontro frettoloso con un sindaco con il quale non avevo familiarità e davanti a molti testimoni, avrei dato una busta contenente 10mila euro in contanti ad Alemanno, come se questo poi fossi il sindaco di un paesino e non di Roma. A dicembre la doccia gelata: Eur spa saldò alla cooperativa solo 400mila euro dei sei milioni dovuti e dei due promessi. Andai subito a protestare vivamente con Riccardo Mancini, il quale ben presto mi rivelò che era intervenuto Alemanno, il quale aveva sollecitato il pagamento di 10 milioni di euro alla società Condotte che stava costruendo la Nuvola di Fuksas. Dato che i fondi di Eur erano limitati, alla mia cooperativa aveva liquidato solo 400mila euro. Sul fatto che le cose siano andate in questo modo c'è una doppia evidenza dalle intercettazioni, una indiretta e una diretta. L'intercettazione indiretta riguarda una mia conversazione con Carminati al quale racconto la vicenda, quella diretta è un'intercettazione di una conversazione tra Mancini e Alemanno. A quel tempo Riccardo Mancini era indagato in un altro procedimento, quello dell'acquisto di alcuni filobus, ed era intercettato dalla Procura di Roma e addirittura nel 2013 verrà arrestato. Agli atti di questo procedimento c'è questa famosa telefonata fra Alemanno e Mancini avvenuta a fine novembre, inizio dicembre 2012: non avendo con me la documentazione, cerco di riassumerla con il linguaggio burocratico del Ros dei carabinieri. - Alemanno chiama Mancini e gli chiede come sta messo con i pagamenti dei fornitori. - Mancini spiega ad Alemanno che l'Eur è in crisi di liquidità, che sta pagando parzialmente i fornitori e sta disponendo un pagamento di 2 milioni di euro a favore della cooperativa 29 Giugno. - Alemanno dice a Mancini di FREGARSENE di Buzzi e di procedere a un pagamento di 10 milioni a Condotte. È vero che Alemanno intervenne su Mancini ma non per favorire Buzzi bensì Condotte. Ecco come sono andate le cose e perché affermo senza ombra di dubbio che Alemanno è innocente, come lo sono io per questo fatto. L'aver testimoniato strenuamente il vero mi è costato il diniego delle attenuanti generiche (è scritto nella mia sentenza) che avrebbero ridotto la mia pena di un terzo, e avrei terminato di espiare la condanna per i reati per i quali sono stato condannato e ora sarei a casa con la mia famiglia e non in carcere a Orvieto. Concludo dicendo che Alemanno sta affrontando la detenzione con grande dignità e si sta battendo per far conoscere all'esterno, in specie alla sua parte politica, le terribili condizioni di vita che ci sono in carcere e che qui evito di sottolineare. Mi auguro e spero che in breve tempo il Parlamento approvi la proposta di legge dell'onorevole Giachetti, che aumenta lo sconto di pena per ogni semestre di pena espiato con buona condotta, e dall'altra il provvedimento definitivo allo studio della senatrice Rossomando, delegata allo scopo dal presidente del Senato La Russa, in modo da far diminuire da subito la popolazione carceraria. Concludo con una metafora rivolta ai tanti che parlano di costruire nuove carceri per eliminare il sovraffolamento: se in mare c'è una nave che sta affondando e ci sono i naufraghi in acqua, tu mandi subito le scialuppe per salvarli e non dici di costruire nuove navi. Ad maiora.
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