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Islamizzazione, la Costituzione difende il culto non la propaganda
Oggi 12-05-25, 10:37
A Paderno Dugnano, hinterland milanese, il tempio dei Testimoni di Geova in via Filippo Meda è stato venduto a un'associazione islamica per farne un centro culturale e di preghiera. L'operazione, formalmente regolare, ha scatenato polemiche, con la Lega di Silvia Sardone in prima linea a denunciare un «fenomeno preoccupante di islamizzazione». La sindaca, forte dell'articolo 19 della Costituzione sul diritto di culto, difende la trasparenza dell'iter. Ma il nodo non è la legalità dell'acquisto: bensì cosa succede dentro questi centri. E qui non possiamo prenderci in giro. Pregare è un diritto sacrosanto, ci mancherebbe. Ma i centri islamici in Europa, troppo spesso, non sono solo luoghi di culto. Sono spazi dove si intrecciano dinamiche che con la spiritualità hanno poco a che fare. La storia recente lo dimostra: terroristi legati all Isis, come quello passato dal centro di via Padova 144 a Milano nel 2018, hanno frequentato strutture simili senza che nessuno alzasse un dito. Le denunce? Rare, quasi inesistenti. E non è un caso isolato. Da Molenbeek a Londra, i centri islamici sono spesso crocevia di radicalizzazione, dove predicatori estremisti trovano terreno fertile per seminare un Islam che rifiuta democrazia, parità di genere e valori occidentali. A Paderno, l'associazione acquirente è la stessa di via Padova, già nota per aver usato un garage abusivo come luogo di preghiera. Ora, con un immobile già classificato come luogo di culto, nascerà una nuova moschea senza bisogno di cambiare destinazione d'uso. E mentre il Comune parla di “ponti” da costruire, è lecito chiedersi: quali attività si svolgeranno lì dentro? Da dove arrivano i fondi? Domande legittime, perché la trasparenza non è un optional. Non si tratta di demonizzare l'Islam o i musulmani, sia chiaro. Ma ignorare che in molti centri si predichi un Islam radicale, ostile ai diritti delle donne e alla convivenza democratica, è da ingenui. In Europa, dove la libertà religiosa è un pilastro, non possiamo chiudere gli occhi di fronte a chi usa questa libertà per minare le fondamenta stesse della nostra società. Non basta dire «tutto regolare». Serve controllo, chiarezza, e un messaggio netto: la libertà di culto non è un lasciapassare per l'estremismo e non è l'accettazione di un modello di famiglia, società e vita collettiva improntato a valori inaccettabili. Paderno Dugnano non è un caso isolato. È un campanello d'allarme. Se vogliamo che integrazione e sicurezza vadano a braccetto, dobbiamo smettere di giocare con le parole. La Costituzione tutela la libertà di culto, non la propaganda volta imporre una società diversa sotto ogni profilo. E su questo, nessuno deve transigere. È pronto l'Islam moderato a fare questa battaglia? Sin qui si direbbe di no, perché sceglie quasi sempre di girarsi dall'altra parte.
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