s
Italia destinata a sparire. Gli immigrati non compensano il calo demografico
Oggi 18-12-25, 16:02
Al primo gennaio 2025 l'Italia ha contato 5,4 milioni di stranieri residenti, il 9,2% della popolazione complessiva. Mentre i nuovi cittadini italiani (in precedenza stranieri) sono valutati in circa due milioni. Questa presenza, che risulta in costante aumento, avviene nel quadro di un netto declino della popolazione italiana, fungendo quindi da "ammortizzatore" del regresso demografico. Dal 2012 al 2024, mentre gli italiani sono diminuiti di 2,27 milioni, la popolazione residente straniera è aumentata di 1,10 milioni, dimezzando sostanzialmente la flessione del dato complessivo dei residenti. È quanto emerge dal Rapporto Onc-Cnel sull'immigrazione "Conoscere per includere". Il calo della popolazione, sottolinea il report, ha trovato, diversamente da quanto accadeva negli anni precedenti, solo parziale compensazione nel contributo netto positivo sul fronte delle migrazioni internazionali. L'efficacia della componente straniera come ammortizzatore demografico sta infatti diminuendo. Mentre nel periodo 2012-2019 la crescita degli stranieri ha compensato circa il 60% delle perdite subite dalla popolazione italiana, nel successivo quinquennio 2020-2024 la stessa compensazione è avvenuta solo nella misura del 35%, a causa della pressione esercitata dal saldo naturale negativo e dalle perdite derivanti dall'emigrazione italiana. La crisi demografica è talmente incisiva che già oggi e ancor più in prospettiva negli anni a venire l'apporto migratorio positivo - se contenuto entro limiti sostenibili - appare destinato unicamente a frenare, senza poter invertire, la tendenza al ridimensionamento della popolazione totale. La comunità straniera statisticamente piú rappresentata in Italia è quella romena: 1,73 milioni di residenti al primo gennaio 2024. Tuttavia, dopo la fase esplosiva legata all'ingresso nell'Ue, i cittadini romeni residenti in Italia sono scesi nell'ultimo decennio per effetto dell'acquisizione della nostra cittadinanza, ma al tempo stesso ora si contrae anche lo stock di residenti che risultano essere nati in Romania. Diversa è invece la dinamica messa in luce da altre due importanti comunità insediate da tempo nel nostro Paese: quella albanese e quella marocchina, rispettivamente con 416 mila e 412 mila residenti al primo gennaio 2024. Per entrambe si assiste nell'ultimo decennio al sorpasso dei nati nei rispettivi paesi sul corrispondente numero di cittadini residenti in Italia. Un effetto che si deve chiaramente all'azione dominante delle acquisizioni di cittadinanza italiana. Qualcosa di simile, si rileva in corrispondenza della comunità moldava, con 103 mila residenti. Manifestazioni di crescita alimentata da flussi continui si osservano sia per un paese che ha conquistato da poco posizioni rilevanti nel nostro panorama migratorio, come il Bangladesh (193 mila residenti), sia per una realtà come quella cinese (309 mila residenti) che è attiva da lungo tempo, ma mantiene una propria identità e appare meno coinvolta nel percorso di transizione alla cittadinanza italiana. La distribuzione della popolazione straniera è fortemente asimmetrica, con una concentrazione schiacciante nelle regioni settentrionali e centrali del Paese. In termini di quota sul totale della popolazione straniera, la Lombardia è la regione che ospita la percentuale più alta di residenti stranieri (22,9%), seguita da Lazio (12,2%) ed Emilia-Romagna (10,7%). Se si analizza l'incidenza degli stranieri sulla popolazione totale regionale (italiani e stranieri), si osserva come l'Emilia-Romagna presenti l'incidenza più alta (12,6%). Seguono Toscana (11,6%) e Lazio (11,3%). All'opposto, le regioni del Sud e delle Isole mostrano percentuali inferiori, sia in termini di quota percentuale di stranieri sul totale nazionale, sia della loro incidenza sulla popolazione residente in loco.
CONTINUA A LEGGERE
2
0
0
Guarda anche
Il Tempo
18:29
