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Italia e Islam: non c'è spazio per gli ingenui
Oggi 18-08-25, 17:34
Scena prima, Gaza, 10 agosto 2025. Muore Ansar al-Sharif, giornalista di Al Jazeera vicino ad Hamas, colpito dalla forze armate israeliane che lo accusano da mesi di essere un militante attivo del movimento terroristico che ha organizzato e eseguito il massacro del 7 ottobre. Al netto di accuse gravissime (in Israele affermano di avere prove del fatto che avrebbe persino nascosto alcuni ostaggi) e difese vibranti del suo editore televisivo che ne rivendica il lavoro giornalistico, un fatto emerge con certezza: il rapporto affettuoso, confidenziale e, quindi, di sodalizio a tutti gli effetti con Yahya Sinwar, cioè il capo assoluto di Hamas a Gaza sin dal 2017, l'uomo che ha voluto, pianificato, finanziato, predicato e diretto operativamente le centinaia di miliziani impegnati a sgozzare, stuprare, bruciare (vivi) e rapire donne, vecchi, bambini con l'unica colpa di essere ebrei. Scena seconda, Luino (Va), 5 luglio 2025. Francesca Albanese, nota alle cronache per i suoi sforzi dialettici che giungono sempre alle stesso risultato (cioè dare la colpa a Israele), partecipa con Mohammad Hannoun ad un evento su Gaza (c'è anche l'ANPI tra gli organizzatori, che tristezza). Quest'ultimo è uno che tutto fa tranne che nascondere le sue simpatie per Hamas, giungendo ad esprimere parole lontane anni luce da ogni forma di condanna proprio verso di lui, cioè quel Yahya Sinwar di cui abbiamo appena detto (morto in ottobre 2024 per mano delle forze speciali israeliane). Insomma una bella compagnia, di cui però Albanese non si cura minimamente, in omaggio al principio secondo cui "il nemico del mio nemico è mio amico". Scena terza, tra Milano e Roma, estate 2025. Nella città della "Madunina" si lavora a due nuove moschee, una vicino a via Padova e l'altra in zona San Siro. C'è molto da chiarire su progetti e (soprattutto) finanziatori. Nella città di Papa Leone XIV si lavora ad una nuova moschea a Centocelle (e meno male che questo giornale ha sollevato il caso: le potenziali irregolarità urbanistiche sono tutte lì da vedere). Diciamolo chiaramente: i sindaci Sala e Gualtieri farebbero assai bene ad alzare le antenne (per essere gentili). Arriviamo alle conclusioni. Cosa c'entra la scena terza con le prime due? Moltissimo, perché l'estremismo islamico così come i movimenti "Pro Pal" sono lontani anni luce dall'essere puro spirito: sono luoghi di interessi concreti, movimento di denaro, proprietà immobiliari, influenza economico-finanziaria a più livelli. Esattamente come Hamas, quella di Yahya Sinwar, quella di Gaza, quella del 7 ottobre. L'Occidente (Italia compresa) se non capisce tutto questo diventa complice. Anzi lo è già, almeno in parte. Perché qui, in questa storia, non c'è spazio per ingenui di ogni sorta.
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