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Italia paralizzata dai cortei: Il teatrino da piazza della sinistra e la violenza ProPal
Oggi 23-09-25, 12:42
“Blocchiamo tutto”: con questo slogan, l'Italia è scesa in piazza per lo sciopero generale indetto dalle sigle sindacali di base, in segno di solidarietà con la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza e a sostegno della Global Sumud Flotilla. Un intento, pacifico sulla carta, trasformato però in una violenta sceneggiata urbana che ha piegato in due il nostro Paese. Milano, Bologna, Roma. Genova, Livorno, Trieste, Ravenna… e oltre 70 città italiane con almeno 100mila persone in corteo. Risultato finale: strade, stazioni e porti bloccati, treni cancellati, autostrade prese in ostaggio, pendolari intrappolati, cittadini costretti a guardare il loro quotidiano trasformarsi in un set di caos urbano. Tutto per la passerella dei manifestanti, con la vernice rossa come sfondo e scritte vergognose contro Giorgia Meloni o chi osa pensarla diversamente. E intanto, la sinistra sindacalista recita la sua parte perfetta: megafoni, slogan come “Basta rapporti con Israele”, proclami da talk show… e poi nulla. Blocchi, assalti, vandalismi: tutto scorre come acqua su vetro. Le condanne? Silenzi comodi, perché i cittadini che subiscono il caos non contano. A farne le spese, però, ci sono anche le forze dell'ordine, costrette a contenere aggressioni, lancio di oggetti, fumogeni e ogni tipo di follia, mentre la sinistra osserva senza mai sporcarsi le mani, incapace di dialogare o mediare, fedele solo al proprio show. Il Movimento 5 Stelle non è da meno: megafoni, selfie e pacifismo da cartolina, mentre dietro il sipario fumogeni, scontri e blocchi autostradali trasformano le piazze in un set da reality show. Tutto serve a finire sui telegiornali. Apparire è più importante di qualsiasi principio, anche a costo di sputtanare la causa palestinese. E mentre i manifestanti civili rischiano di essere confusi con i vandali, l'opinione pubblica osserva il circo della sinistra e dei suoi complici, incapaci di capire che la violenza in piazza non ferma le guerre. Giorgia Meloni ha richiamato tutti alla responsabilità: “Auspico condanna degli scontri da tutti i partiti”. Tradotto: basta teatrini, basta ambiguità, prima che le piazze diventino solo palcoscenici di disordine permanente. E qui sta il paradosso più evidente: fumogeni, blocchi e aggressioni paralizzano città, creano caos, mettono a rischio cittadini e pendolari… e non cambiano nulla nei conflitti internazionali. Le guerre restano lì, intatte, mentre forze dell'ordine e cittadini pagano il conto più salato: esposti, bersagliati, costretti a salvare il salvabile. In conclusione, l'Italia subisce lo show della vanità di una parte della politica, che accompagna la violenza in piazza e si diverte a fare passerella mentre il Paese affonda nel caos. Un teatrino di violenze in cui l'unica certezza è chi paga davvero il prezzo: cittadini intrappolati nei blocchi, pendolari imbottigliati, commercianti paralizzati e forze dell'ordine esposte, bersagliate e stanche. E intanto, i protagonisti dello spettacolo osservano felici di aver trasformato la solidarietà in caos, la protesta in show, e l'Italia in un gigantesco set dove il disordine è l'unico copione rispettato. Una vergogna di questa parte della politica, frutto di una sinistra incapace di dialogare, che privilegia l'apparire al fare, il rumore al senso, lasciando il Paese e chi lo difende quotidianamente a pagarne il prezzo più alto.
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