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Kimmel torna in tv: cosa ha detto. Trump: "Spazzatura democratica"
Oggi 24-09-25, 11:23
Dopo una settimana di sospensione imposta da ABC, Jimmy Kimmel è tornato al timone del suo show “Jimmy Kimmel Live!” nella serata del 23 settembre. Il rientro in onda del noto conduttore è stato accompagnato da un monologo dal tono riflessivo, incentrato sul tema della libertà di espressione, che ha riacceso il dibattito pubblico e politico. La vicenda ha preso avvio in seguito ad alcune battute pronunciate da Kimmel durante una puntata precedente, considerate da alcuni spettatori come irrispettose nei confronti della recente morte di Charlie Kirk, attivista conservatore ucciso in circostanze ancora oggetto d'indagine. La rete ha deciso di sospendere il programma per alcuni giorni, mentre diverse emittenti locali affiliate ad ABC avevano chiesto un passo indietro o chiarimenti da parte del conduttore. Nel monologo di apertura, Kimmel ha esordito ringraziando “le persone che non sostengono il mio programma e quello in cui credo, ma sostengono comunque il mio diritto a condividere le mie convinzioni”. Parole che hanno voluto sottolineare l'importanza della libertà d'espressione anche in un contesto di forti divergenze politiche. Il conduttore ha poi affrontato direttamente il caso Kirk. “Non è mai stata mia intenzione sminuire l'omicidio di un giovane”, ha detto, aggiungendo di non aver voluto accusare alcun gruppo in particolare. Ha anche citato Erika Kirk, vedova dell'attivista, che nei giorni scorsi aveva pubblicamente offerto il perdono al presunto colpevole dell'omicidio. “Se c'è qualcosa che dovremmo imparare da questa tragedia, spero sia questa”, ha aggiunto. Kimmel ha infine dichiarato che, al di là della sua trasmissione, ciò che conta davvero è vivere in un Paese in cui programmi come il suo possono esistere. “Questo programma non è importante”, ha dichiarato. “L'importante è vivere in un Paese che ci consente di avere un programma come questo”. Il ritorno in onda di Kimmel non è passato inosservato nemmeno alla Casa Bianca. In un lungo post pubblicato su “Truth Social”, il presidente Donald Trump ha criticato duramente la decisione di ABC, definendo il programma del conduttore “spazzatura democratica” e accusando la rete di fare da “braccio armato” al Partito Democratico. “Non riesco a credere che ABC abbia restituito il lavoro a Jimmy Kimmel. La Casa Bianca era stata informata che il suo programma era stato cancellato! È successo qualcosa da allora a oggi, perché il suo pubblico è scomparso e il suo ‘talento' non c'è mai stato”, ha scritto Trump. Il presidente ha poi lasciato intendere la possibilità di azioni legali o regolatorie. “Penso che metteremo alla prova la ABC su questo. Vediamo come va. L'ultima volta mi hanno dato 16 milioni di dollari. Questa volta la cosa mi sembra ancora più redditizia”. ABC ha confermato la fine della sospensione in un comunicato sobrio, parlando di “dialogo costruttivo” con il conduttore. Tuttavia, la decisione di rimettere in onda il programma non ha trovato consenso unanime. Diversi affiliati del network, tra cui alcuni gestiti da Sinclair e Nexstar, hanno deciso di non trasmettere la puntata del rientro. In molti mercati locali, il programma è stato rimpiazzato con notiziari o produzioni alternative. Una scelta che riflette le divisioni interne al mondo televisivo su come affrontare casi che toccano temi sensibili e potenzialmente divisivi. Il caso Kimmel si inserisce in un dibattito più ampio sul ruolo della satira, sul limite tra libertà di espressione e responsabilità, e sul crescente intreccio tra politica e intrattenimento. Per alcuni, le parole di Kimmel sono state un gesto coraggioso a difesa dei principi costituzionali; per altri, un esempio del modo in cui certi programmi vengono percepiti come politicamente schierati, a discapito dell'equilibrio e della pluralità. Non è la prima volta che un comico televisivo si trova al centro di una polemica legata ai contenuti del proprio show, ma l'intervento diretto del presidente Trump e la reazione delle affiliate rendono questa vicenda particolarmente rilevante, soprattutto in un momento politico delicato a poco più di un anno dalle elezioni presidenziali.
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