s

La fine dell'Ingiustizia e il disco rotto della sinistra
Oggi 23-07-25, 08:01
Se in nome del popolo sovrano il Senato ha approvato la riforma della giustizia e la separazione delle carriere e la sinistra in nome delle toghe rosse e dell'abitudine trentennale a mobilitare i giudici contro i governi eletti ha riesumato il disco delle grandi occasioni convincendo perfino un saggio democristiano come Dario Franceschini a rievocare i pieni poteri, significa che l'Italia sta davvero voltando pagina. E che sotto le macerie di un Pd che ha governato il Paese senza mai vincere una volta e che proprio in queste ore viene travolto da inchieste sui suoi massimi dirigenti, dalla Milano di Giuseppe Sala alla Pesaro di Matteo Ricci fino alla Torino dove il sindaco vuole requisire case mentre i pm requisiscono bilanci di coop legate a senatori e amministratori dem non arde più la fiamma democratica ma il disperato appello alla guerriglia. Ci aspettano giornate furibonde, ci aspettano illazioni e inni alla rivolta, ci aspettano piazze ormai in mano a extraparlamentari e centri sociali. Ma noi italiani sappiamo che il governo e la maggioranza voluta dal popolo, e già più larga in Parlamento di quella che regge il governo Meloni, sta riformando un'ingiustizia. Sta togliendo cioè alla politica il potere di usare la magistratura contro i nemici, come il partigiano Vassalli scrisse nel suo codice. Sarà divertente vedere il Pd difendere Rocco e l'allora presidente Benito Mussolini.
CONTINUA A LEGGERE
3
0
0
Guarda anche
Il Tempo
16:00
Cinema & Spettacoli Magazine - 23/7/2025
Il Tempo
15:30