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La foto con il numero "8647" dell'ex direttore Fbi è un caso: "Minaccia per Trump"
Oggi 16-05-25, 10:45
La foto con il numero "8647", postata e poi rimossa dall'ex direttore dell'Fbi James Comey, è un caso. Il motivo? Lo scatto, che immortala una sequenza di quattro numeri realizzati con le conchiglie sulla spiaggia, è stato interpretato come un'esortazione alla violenza contro Donald Trump. A decifrare il significato dei numeri scelti è l'Associated Press, che riporta la definizione che il dizionario Merriam-Webster attribuisce al numero 86. L'agenzia giornalistica spiega che le prime due cifre corrispondono a un termine gergale che significa ”sbarazzarsi di” e che “tra i significati più recenti adottati c'è un'estensione logica dei precedenti con il significato di ‘uccidere'”. Meno difficile da capire è ciò che potrebbe celarsi dietro al numero 47, che sembra fare riferimento al 47esimo e attuale presidente degli Stati Uniti. Una vicenda, questa, che ha scatenato reazioni forti. Soprattutto tra i sostenitori del tycoon repubblicano. La segretaria per la Sicurezza interna Usa, Kristi Noem, ha accusato l'ex capo del Fbi di aver incitato all'eliminazione dell'inquilino della Casa Bianca. "Lo screditato ex direttore” del Bureau, “James Comey, ha appena invocato l'assassinio del presidente Trump", ha scritto su X, annunciando poi che "il Dhs (dipartimento di Sicurezza interna) e i Servizi Segreti stanno indagando su questa minaccia e risponderanno in modo appropriato". Comey, finito nell'occhio del ciclone, ha scelto di rimuovere la fotografia ma è tornato sull'episodio con un nuovo post. "Ho pubblicato una foto di alcune conchiglie che ho visto oggi passeggiando sulla spiaggia, che pensavo veicolassero un messaggio politico", ha scritto, sottolineando di non aver immaginato al momento della pubblicazione dello scatto “che alcune persone associassero quei numeri alla violenza. Non mi era nemmeno passato per la mente, ma mi oppongo a qualsiasi forma di violenza, quindi ho deciso di rimuovere il post". Commentatori e giornalisti provano intanto a gettare acqua sul fuoco, ma un portavoce dei Servizi Segreti ha assicurato che l'agenzia “indaga attivamente su qualsiasi cosa possa essere considerata una potenziale minaccia per i protetti".
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