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La grande fuga dei medici di base dall'Emilia Romagna. Corsi di specializzazione semideserti
Oggi 07-10-25, 15:31
La grande fuga dei medici di base in Emilia Romagna comincia dall'ultimo corso triennale di specializzazione avviato dalla Regione. Si erano iscritti in 440 ma si sarebbero presentati in 250. Nei Comuni disagiati, soprattutto quelli dell'Appennino, pare nessuno voglia andare a lavorare così come in alcuni quartieri di Bologna definiti "difficili". Con l'ultimo bando, a giugno, soltanto 220 posti su 1.427 sono stati coperti. Così che la "rossa" l'Emilia Romagna, "terra" del segretario Pd Elly Schlein, si è ritrovata con un"buco" di 1.207 medici. Il corso triennale è necessario e indispensabile per diventare medico di base. Ma forse, in questa regione, manca attrattiva. L'accordo con i sindacati dei medici di medicina generale non è stato raggiunto dopo mesi di trattative. Non piace l'introduzione del ruolo unico che riunisce le funzioni del medico di libera scelta con quelle della ex guardia medica in vista della piena attivazione delle Case di comunità. I medici "rodati" lo snobbano, quelli più giovani accettano solo "per necessità". E la metà degli iscritti al corso di specializzazione pare siano sanitari che lavorano già in ospedale e nei pronto soccorso e sono alla ricerca di una migliore collocazione, dove meno sia lo stress quotidiano dovuto a turni prolungati, ferie e riposi saltati per via della carenza di personale. Altri sono giovani laureati che, in attesa di iscriversi ad un corso di specializzazione migliore (non appena verranno riaperti i bandi), nel frattempo è disposto a fare il medico di base. La situazione in Emilia Romagna non è delle più rosee anche perché non mancano gli abbandoni. Il 10% degli iscritti ai corsi triennali rinuncia prima di completare gli studi. E c'è pure chi, invece, una volta ottenuta la certificazione di medico di base, partecipa a più bandi, anche in città e regioni differenti, per poi scegliere il posto più conveniente. Che spesso non è in Emila. E così ecco che intere zone, soprattutto quelle appenniniche, restano senza camici bianchi, con i pazienti, spesso anziani oppure disabili, costretti a percorrere chilometri e chilometri per farsi visitare e prescrivere farmaci. La carenza di medici di medicina generale costituisce un serio problema per il presidente della Regione, Michele de Pascale e l'assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi. "Negli ultimi anni la professione di medici di base ha perso sempre più attrattività, rendendo oggi spesso difficile per i cittadini trovarne uno vicino a casa, con conseguenti disagi e rischi per la salute, soprattutto per anziani e persone fragili", denuncia la Fondazione Gimbe. Tra le regioni italiane dove è maggiore la carenza l'Emilia Romagna è la quarta.
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