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La magia dei Pink Floyd torna a suonare nell'anfiteatro di Pompei
Oggi 12-03-25, 11:46
Quell'attimo esatto che precede il salto nel vuoto. Un momento irripetibile, un incantesimo che dalle sperimentazioni degli esordi porta dritto alla celebrità. Un varco temporale che lancia nella storia. David Gilmour ha solo 25 anni e suona la Fender Stratocaster come un angelo. A torso nudo. E intona «Echoes» in coro con Richard Wright alle tastiere. Uno stato di grazia collettivo con l'evocativa scenografia dell'anfiteatro romano di Pompei sullo sfondo. Nell'afa soffocante di un'estate che sembrava non finire mai. Era il 1971. Ottobre. Ed era la prima volta che quell'area archeologica ospitava un concerto rock. Oltre a Gilmour e Wright, al centro della scena c'erano Nick Mason e Roger Waters. Erano lì per registrare un film-concerto e la pellicola riprese la band britannica lungo tutta la scaletta. Nell'intimità più assoluta. Senza pubblico. «Pink Floyd At Pompeii» contiene, tra le altre, «Echoes», «Set the controls for the heart of the sun», «Mademoiselle Nobs», «A Saucerful of Secrets», «Careful with that Axe, Eugene» e «One of These Days». Le immagini catturate sia di giorno che di notte amplificano la magia di quella performance. Il film-concerto uscì originariamente nel 1972 con la regia di Adrian Maben e, dal 24 al 30 aprile, tornerà nelle sale in un'edizione rimasterizzata in digitale in 4K con audio restaurato e mixato da Steven Wilson. E dal 2 maggio verrà pubblicato anche l'album live «Pink Floyd at Pompeii-MCMLXXII». La pellicola è stata restaurata meticolosamente, fotogramma per fotogramma, a partire dal negativo originale da 35 mm scoperto in cinque barattoli etichettati in modo dubbio negli archivi personali dei Pink Floyd. La svolta epocale ha portato alla luce la stessa pellicola passata attraverso le cineprese durante quei giorni afosi del 1971, più di 50 anni fa. «È un documento raro e unico della band che si esibisce dal vivo nel periodo precedente a The Dark Side Of The Moon», ha dichiarato Nick Mason parlando della riedizione. Il film include anche rari filmati dietro le quinte dell'inizio della lavorazione di «The Dark Side of the Moon» negli Abbey Road Studios di Londra. Guidato da Lana Topham, direttore del restauro dei Pink Floyd, il team aveva il compito di preservare l'integrità e la bellezza delle immagini originali. Il film è stato scansionato in alta definizione utilizzando tecniche avanzate per garantire la massima nitidezza dei dettagli. I colori sono stati esaltati e ogni fotogramma è stato meticolosamente rivisto e riparato, mantenendo un aspetto naturale e vivido con aggiustamenti minimi della grana. «Dal 1994 ho cercato le sfuggenti riprese originali di Pink Floyd At Pompeii, quindi il recente ritrovamento del negativo originale da 35 mm del 1972 è stato un momento speciale - ha affermato Lana Topham, direttore del restauro dei Pink Floyd - La nuova versione restaurata presenta il primo montaggio completo di 90 minuti, combinando il montaggio sorgente di 60 minuti della performance con i segmenti aggiuntivi del documentario degli Abbey Road Studios di poco successivo». Il film presenta anche una qualità audio importante con un nuovo missaggio per le sale di Steven Wilson in 5.1 e Dolby Atmos che esalta la profondità e la chiarezza del film, preservando l'autenticità e lo spirito della versione originale del '72. L'obiettivo di Wilson era quello di rimanere fedele a come la band avrebbe suonato in quei giorni di caldo torrido. «Da quando mio padre mi ha fatto il lavaggio del cervello suonando The Dark Side of the Moon a ripetizione i Pink Floyd sono stati il mio gruppo preferito. Sono i miei Beatles, profondamente radicati nel mio Dna musicale», ha dichiarato Steven Wilson. E quel Dna continua a replicarsi ancora oggi.
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Il Tempo
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