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La Russa spegne le polemiche sul caso Garofani: "Mai chiesto le dimissioni. Storia chiusa"
Oggi 24-11-25, 14:59
“Caso chiuso”, era stato detto la serata del 20 novembre, nel giorno del colloquio tra la premier Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in merito al caso che riguarda il consigliere della Presidenza della Repubblica Francesco Saverio Garofani. Ma a riaprirlo sono oggi le parole del presidente del Senato, Ignazio La Russa: “È il segretario del Consiglio supremo di Difesa, quello che si deve occupare della difesa nazionale. Credo che forse è meglio che quel ruolo lo lasci a qualcun altro” ha detto la seconda carica dello Stato a margine dell'evento Italia Direzione Nord in Triennale, a Milano. Poi La Russa precisa le sue parole: “Spiace che avere risposto a una domanda sul consigliere Garofani possa far pensare di far riaprire un caso che, anche io, come Giorgia Meloni, considero chiuso e sul quale ho espresso personalmente sin dal primo minuto piena solidarietà al Presidente Mattarella. Certo, ho detto, forse in maniera troppo sincera, che Garofani potrebbe essere imbarazzato a svolgere il ruolo non di Consigliere ma di Segretario del Comitato Supremo di Difesa. Ma non tocca a me chiedere le sue dimissioni e nemmeno l'ho fatto”. Opposizioni all'attacco: “Le parole del Presidente La Russa, seconda carica dello Stato, rappresentano un attacco e una pressione indebita nei confronti del Quirinale e confermano che la destra ha come obiettivo la delegittimazione del Presidente della Repubblica”, così in una nota Angelo Bonelli, deputato AVS e co-portavoce di Europa Verde. “La Russa – aggiunge – che da Presidente del Senato interviene politicamente su tutto dimenticando il suo ruolo istituzionale, resta invece silente sull'inchiesta per corruzione in Sicilia che coinvolge Fratelli d'Italia. Ci dica se conosce Marianna Amato e ci spieghi perché difendono il Garante della Privacy Ghiglia, che ha lavorato alla sanzione contro Report. La Russa oggi ha attaccato il Quirinale perché la destra di questo Paese vuole demolire l'istituzione garante della nostra Costituzione e, sulle sue ceneri, ipotecare l'indicazione del nuovo Presidente con una riforma in chiave presidenzialista”.
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