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La sinistra che odia. Barbie Br e il cadavere di Moro, i post choc all'Università
Ieri 24-06-25, 12:27
Una maglietta con una fantomatica Barbie brigatista e una ricostruzione del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro il 9 maggio 1978, nel bagagliaio della tristemente famosa Renault 4 rossa parcheggiata in via Caetani. È quanto postato online da un'attivista, studentessa all'Università di Trento ma anche componente del cda del'Ateneo come rappresentatnte degli studenti, che sta creando un vespaio. “Denunciamo il pericoloso riaffiorare della simbologia delle Brigate rosse nell'ambito di una organizzazione studentesca di sinistra accreditata all'Università di Trento e gli episodi che in queste ore stiamo sottoponendo all'attenzione dei ministeri all'Interno ed all'Università devono imporre immediate reazioni da parte dell'Ateneo e del rettore", denuncia il deputato di Fratelli d'Italia Alessandro Urzì, coordinatore regionale del partito in Trentino Alto Adige. Responsabile delle agghiaccianti uscite social sui propri account Instagram "la presidente del Consiglio studentesco nonché componente del Consiglio di amministrazione dell'Ateneo trentino Agnese Tumicelli", spiega Urzi nella nota. La studentessa "si è mostrata indossando magliette che mostrano la sigla delle Brigate Rosse, la stella a cinque punte odiosamente utilizzata come marchio per omicidi e attentati, ma come se non bastasse anche l'immagine della Renault 4 rossa che richiama l'omicidio del presidente Aldo Moro, ma ancora una pistola, un piede di porco, un passamontagna e addirittura l'immagine stilizzata di uno schermo tv in cui è ritratto il profilo dell'ostaggio prima della esecuzione. Al centro la scritta Barbie e la raffigurazione della celebre bambola. La maglietta risulta diffusa da un canale internet legato ad un gruppo semiclandestino dal nome ‘Innioranza' che ha prodotto un brano oscenamente inneggiante alle azioni delle BR ed all'omicidio Moro”. Un campionario dell'odio che ci fa sprofondare in un clima di anni di piombo. “Ora che questo armamentario apologetico del terrorismo omicida che ha lacerato l'Italia sia mostrato pubblicamente da una componente del Consiglio di amministrazione dell'Università di Trento, dove le Brigate rosse ad opera di Renato Curcio e Mara Cagol videro la luce, impone una reazione ferma dell'Italia democratica - prosegue la nota - Il caso è già stato denunciato ieri sera in un intervento a fine seduta della Camera dei Deputati. Agnese Tumicelli ha mostrato sui propri profili Instagram anche una foto di una vettura rossa che richiama una Renault 4, sempre la stessa dell'omicidio Moro, con ritratta una persona, forse lei stessa, riversa come a riprodurre la macabra scena nel baule aperto. Un delirio insopportabile per la violenza di queste immagini che rendono incompatibile la permanenza dell'autrice negli organi di amministrazione della stessa Università e ai vertici del comitato studentesco nonché negli organismi di Unitin, organizzazione studentesca accreditata dall'Ateneo. La Tumicelli era stata nei giorni scorsi la prima sottoscrittrice assieme ad altre sigle di sinistra di una petizione per chiedere al rettore di revocare l'accreditamento di Azione Universitaria, l'unica organizzazione studentesca chiaramente orientata verso il Centrodestra. Ora – conclude Urzì - tutto si inquadra in una ottica molto inquietante”.
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