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La sinistra resta in silenzio sul "bast..." a La Russa. Ma scatena il caos per boicottare Israele
Oggi 21-05-25, 09:58
Un clima da stadio: insulti a ripetizione, risse e spintoni. Insomma il campo largo sull'orlo di una crisi di nervi: non è un film, ma un racconto in presa diretta. Dal palco della Cgil sui referendum convocato a Piazza Vittorio a Roma lunedì, Adelmo Cervi (figlio di Aldo, uno dei sette fratelli) ha dato del «bastardo» al Presidente del Senato Ignazio La Russa, per il suo invito all'astensione. Poco distanti da lui, Maurizio Landini, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Riccardo Magi ed il duo Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Muti, anche a distanza di 24 ore, nessuna solidarietà alla seconda carica dello Stato. La Russa, invece, predica calma: «No alle provocazioni, il confronto non sia incivile». Cambiamo argomento e scenario. Montecitorio, discussione della Commissione Difesa, sull'acquisto di tecnologie militari (non belliche) da Israele. Il deputato pro Pal di Avs Marco Grimaldi perde la testa e per tre volte rivolto alla maggioranza esplode «fate schifo», prima di essere portato fuori dall'aula dai colleghi delle minoranze. Su Israele, la sinistra prova ad usare la logica della tenaglia. Stringere d'assedio un obiettivo, in sintonia con le piazze, e poi provare l'assedio. Non tanto (e non solo) per criticare l'offensiva del governo Netanyahu nella striscia di Gaza. Quanto per alimentare un indistinto clima di antisemitismo. Che inevitabilmente coinvolge tutti gli ebrei, compresi quelli della diaspora, a Gerusalemme e lontano da Gerusalemme. Lo show in Commissione difesa è continuato, nonostante le rassicurazioni del vicepresidente della Camera di Forza Italia Giorgio Mulè: «La tecnologia serve a garantire al nostro Paese di poter intercettare una minaccia». Il deputato azzurro reagisce anche agli insulti di Grimaldi: «Da lui modi violenti che mi fanno ribrezzo». Morale della favola, Pd, Avs e M5S hanno sdegnosamente votato contro. «Si tratta di una scelta che riteniamo sbagliata e politicamente miope, soprattutto alla luce della drammatica situazione a Gaza», denunciano i dem nonostante il provvedimento non c'entri nulla con la situazione nella Striscia. Fuoco e fiamme anche dai partner a 5 stelle: «Una maggioranza di governo vergognosa che finanzia il complesso militare industriale israeliano che sta compiendo il disumano genocidio di Gaza». L'apoteosi si raggiungerà oggi (alle 9.30) sempre a Montecitorio, durante la discussione sulle mozioni per Gaza, compresa quella unitaria presentata dalla "holding" del campo largo. In prima fila l'ex presidente della Camera Laura Boldrini: «Giorgia Meloni venga in aula e prenda parola sull'abisso umanitario che sta vivendo il popolo palestinese a Gaza». Secondo la pasionaria ProPal: «La maggioranza si ostina a non condannare quanto accade anteponendo l'alleanza politica con Netanyahu al senso di umanita». Una ricostruzione totalmente smentita dalla vice responsabile Esteri di Forza Italia, Isabella De Monte: «La nostra ferrea amicizia con Israele non ci ha impedito di criticare, nelle forme e nei modi consoni alla diplomazia ciò che riteniamo non condivisibile nelle scelte del Governo israeliano». Anche in questo caso la sinistra ha deciso di dare spettacolo: i parlamentari reduci dalla missione a Rafah durante il fine settimana, con la kefiah al collo, hanno issato cartelli con la scritta «Stop al genocidio». La mozione della maggioranza invece recita: «Si costruisca un'architettura regionale in cui siano garantiti la sicurezza di Israele e i diritti del popolo palestinese, con l'obiettivo della soluzione dei due popoli, due Stati». Infine, si consenta l'ingresso dei camion di Food for Gaza». Non c'è solo l'Italia, la gauche si mobilita in tutta Europa, in Gran Bretagna il ministro degli Esteri ha sospeso i negoziati commerciali per un accordo sul libero scambio con Israele. Va oltre il governo socialista di Madrid: «Stiamo valutando di escludere Israele da competizioni sportive internazionali per le sue azioni militari a Gaza». Un po' come è successo ad Eurovision, con la giuria che si rifiuta di votare per una cantante israeliana. Sicuri che non sia antisemitismo?
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