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La sparata di Sanchez contro Israele: "Non abbiamo la bomba atomica altrimenti..."
11-09-2025, 11:14
Evocare la bomba atomica fa sempre un certo effetto. Si spera fortemente che quest'arma distruzione di massa non venga mai più usata. Ma le tensioni internazionali tra super potenze mondiali che si avvertono in questo momento storico, con una guerra in Europa e un conflitto nella Striscia di Gaza, non fanno ben sperare. Anche per questo hanno suscitato un certo clamore le parole del premier spagnolo Pedro Sánchez che in un intervento avvenuto lo scorso lunedì si sarebbe "rammaricato" di non avere "bombe nucleari" per fermare la guerra di Israele contro Hamas a Gaza. "La Spagna, come sapete, non ha bombe nucleari, né portaerei o grandi riserve di petrolio", ha spiegato Sánchez, "da soli non possiamo fermare l'offensiva israeliana. Ma questo non significa che non smetteremo di provarci. Perché ci sono cause per cui vale la pena lottare, anche se non è solo nelle nostre mani vincerle". Bisogna chiarire che il premier non ha mai affermato di voler usare un'arma atomica. Ma il sol fatto di averla evocata in un contesto di guerra fa rabbrividire. La Spagna da tempo è entrata in conflitto, seppur verbale, con Israele. Il governo ha più volte manifestato sostegno umanitario a Gaza, ha promosso la sospensione delle vendite militari a Israele e di recente ha compiuto il riconoscimento dello Stato palestinese. Senza dimenticare che Madrid ha vietato l'ingresso nel Paese ai ministri israeliani Itamar Ben-Gvir e Bazalel Smotrich. Decisioni politiche che non sono piaciute a Tel Aviv. Da parte sua il governo israeliano ha promosso nei confronti di due politici spagnoli, la vice premier e ministra del Lavoro, Yolanda Diaz, e della ministra per i Giovani, Sira Rego, lo stesso provvedimento. Le mosse del governo Sanchez sono state come un “attacco antisemita” dal ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sàar, che ha chiesto agli “amici di Israele nel mondo” di unirsi contro Madrid e “riconoscere la pericolosità dell'attuale governo spagnolo”. L'omologo iberico, José Manuel Albares, ha subito risposto richiamando l'ambasciatrice a Tel Aviv in segno di ‘energica protesta' contro le “accuse calunniose” provenienti da Israele. E l'escalation non sembra poter finire qui. Ritornando alle parole di Sánchez relative alla potenza militare ed economica del suo Paese viene da chiedersi una cosa. E se la Spagna fosse dotata di bomba atomica? Come potrebbe incidere il possesso di questo tipo di armi nella guerra a Gaza?
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